Gentile direttore! Non posso non scrivervi questa lettera dopo aver letto nel giornale “Le Monde” gli articoli pubblicati gli ultimi giorni, nell’occasione della morte del leader albanese, Enver Hoxha.
Indubbiamente è un diritto dei vostri giornalisti avere un’opinione sull’ordine sociale di un paese, per le idee che questo difende e per la sua politica.
Ma è totalmente indegno offendere un popolo nei suoi momenti di lutto e dolore, come succede negli articoli del vostro giornale. Il popolo albanese ha con una storia lunga e difficile, per cui non capisce più bene ne perché si dispera ne come esprimere questa disperazione e per chi deve tenere questo lutto.
Il nome di Enver Hoxha è inesorabilmente connesso con le basi, con la storia e con la costruzione della nuova Albania.
È questo che definisce la grandezza della sua figura, e di conseguenza, quanto è grande la disperazione. Per me così come per i miei colleghi, fu davvero strano notare che il giornale “Le Monde” non facendosi bastare la disinformazione di questi scritti abusivi, ha ospitato persino le dichiarazione di un tale criminale come il figlio del ex-re Zogu, di questo ridicolo fantasma che cerca di far tornare in Albania il fronte monarchico, quello stesso fronte che la vostra Francia ha rovesciato due secoli fa, cosa di cui va veramente fiera.
Solo le malelingue possono augurare all’Albania un passo indietro della sua storia. Vi sarei riconoscente se potete pubblicare questa lettere, se ne avete la possibilità. Vi assicuro, signor direttore, la mia più alta considerazione nei vostri confronti.
Ismail Kadare