L’Associazione Scanderbeg Parma, in concomitanza di tutta una serie di iniziative culturali che propone come al solito per il pubblico della città di Parma, e più precisamente, per il 12esimo anno consecutivo – durante Novembre – “Mese della Cultura Albanese” – e RTM – Volontari nel mondo nell’ambito del Progetto di Cooperazione internazionale “Alleanza per lo Sviluppo e la Valorizzazione dell’Agricoltura Familiare nel Nord Albania” il 10 novembre, al Teatro al Parco, nella maestosità del Parco Ducale, ha avuto il piacere di organizzare ed accogliere l’arrivo di un giovane artista di origine albanese, Aleksandros Memetaj, con la sua esibizione nel monologo scritto da lui stesso “Albania casa mia”.
- Media partner: ALBANIA NEWS
- Con il contributo di: AICS – Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo
- Con il patrocinio di: Città di Parma
- Una produzione: Argot Produzioni
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Albania Casa mia
Aleksandros ha scritto ed interpreta questa storia autobiografica, che corrisponde a quella di un padre, il suo, che rischia la propria vita e mette a repentaglio la vita di suo figlio al contempo, – l’autore del monologo sopracitato – un bimbo di sei mesi, arrivando alle coste italiane su un peschereccio partito da Valona, la loro città natale.
Il tutto accade nel 1991, anno in cui in Albania avveniva il cambio dei sistemi politici, il paese usciva da mezzo secolo di dittatura e la popolazione albanese trovava come valvola di sfogo, fuggire dal paese in totale caos.
La famiglia di Aleksandros si stabilisce nel Veneto e lui mette in evidenza le discriminazioni sulla sua origine albanese fin dai tempi della scuola materna, quando dei compagni dell’asilo, con la classica spontaneità infantile, che senza volere diventa anche crudele in certi casi, gli rinfacciavano di “essere diverso, perché albanese”.
Con espressioni dure, che non erano farina del loro proprio sacco, perché bimbi piccoli, ma che a quanto pare, assorbendo come delle spugne, discorsi degli adulti in casa e la loro diffidenza sugli stranieri, riportavano alla lettera anche alla scuola materna al loro compagno albanese.
Nel corso del monologo, il ragazzo oggi 27enne, riporta il percorso tortuoso dell’integrazione nel piccolo paesino veneto da parte di suo padre, il quale nonostante in possesso di una laurea in Albania, si rimbocca le maniche a fare le pizze ed a lavorare in una fabbrica di scarpe.
Lavori che insegna anche ad Aleksandros stesso e su cui, il ragazzo pure lavorava d’estate.
Lo spettacolo al Teatro al Parco a Parma ha iniziato con una introduzione, saluti e ringraziamenti da parte di Vojsava Tahiraj, attivista e membro dello staff direttivo dell’Associazione Scanderbeg.
Hanno seguito i saluti istituzionali di Nicoletta Paci, assessora alla Partecipazione e ai Diritti dei cittadini nel Comune di Parma e, dopo l’esibizione dell’artista, c’è stata una bella comunicazione con domande e risposte tra Aleksandros ed il pubblico.
La sala era gremita di un pubblico misto italo-albanese, c’erano ospiti magrebini, africani e di diverse etnie, di diverse età: giovani emigranti di seconda generazione, italiani di tutte le età ecc.
In complesso, tutti hanno seguito con molto interesse e coinvolgimento emotivo questo pezzo di vita vissuto, portato con naturalezza dall’artista e le domande a lui indirizzate a fine spettacolo da parte del pubblico, sono state veramente numerose.
Memetaj, un artista giovane, dotato di una grande capacità creativa ed interpretativa, di un’evidente eloquenza e predisposizione per le lingue, parlando un italiano ed un albanese perfetto, integrando pezzi in dialetto veneto e nella parlata locale della sua città natia, Valona in Albania – nonostante sia arrivato in Italia quando aveva soli 6 mesi – ha davanti a sé sicuramente un brillante futuro artistico.
Ancora per una volta, la forza universale dell’arte fa da trait d’union tra due popoli, tra due nazioni, che come l’Italia e l’Albania, per la prossimità geografica e svariati motivi, storicamente interagiscono in buoni rapporti di vicinato.