Per la prima volta in Italia verrà presentato il film di Edmond Budina “Broken”. Mercoledì 11. Aprile al Festival Europeo di Lecce , diretto da Alberto La Monica. Produttrice del film la figlia Adele Budina, assieme a due coproduttori Paolo Spina, italiano, Dimitar Nikolov, macedone.
Film girato tra Albania, Macedonia e Italia.
“Broken” è stato finanziato dal Centro Cinematografico Nazionale Albanese QKK, dalla Direzione Generale per il Cinema del MIBACT, dalla Macedonian National Film Agency.
Di Edmond, il grande Papà di Adele, si sa tutto, essendo in Albania un mito.
Adele invece l’abbiamo incontrata per la prima volta, a Roma.
Di solito si giudica la persona, che prima non si conosceva, dal suo aspetto esteriore. Le abbiamo subito chiesto se fosse un’attrice oltre che produttrice.
Alta 1.75, slanciata, carnagione di porcellana in un viso decisamente bello. Occhi profondi castani, bocca carnosa, denti bianchissimi, capelli rossi. Insomma una giovane che non passa certo inosservata e che ci immaginiamo sfilare su una passerella dell’alta moda.
Ma lei, alla nostra osservazione, arrossisce. Si capisce subito che è piuttosto schiva. Persino i complimenti la imbarazzano molto.
Ed è qui che cominciamo a scoprire chi è la vera Adele.
Intervista con Adele Budina
Come sei?
“Non credo di potermi definire, sono un essere umano come tutti gli altri.
“Sono riservata, sostanzialmente timida. Forse questo è da risalire al passato che è stato troppo duro per me. Quando avevo 6 anni piangevo tutte le notti per il disagio di trovarmi in Italia in una situazione totalmente diversa da quella a cui ero abituata. Mentre in Albania eravamo dei privilegiati, qui abitavamo con una certa ristrettezza, in una piccola casa.
Avevo appena cominciato la scuola, ma mi sentivo isolata, perché all’ epoca il Veneto era abbastanza chiuso, non conoscevano gli stranieri quindi mi tenevano a distanza. Poi nonna, alla quale ero tremendamente legata, stava molto male ed io ne soffrivo. Ciò non toglie che io sia una persona sostanzialmente ottimista.
Anche se non amo la vita mondana. La sera, invece che andare in discoteca, preferisco leggere e scrivere”.
Come si concilia la vita di produttrice di film, proiettata verso un mondo effimero, fatto di incontri mondani, frequentazione di artisti e personaggi famosi, feste gossip, con quella quasi solitaria?
Infatti in me convivono due anime (zwei Seelen in einem Brust). Quella a cui piace il contatto con le persone, guardare il loro modo di imporsi, fissare i loro occhi per potere iniziare a fantasticare, ad immaginarmi il loro mondo, a figurarmi come è la loro vita. Questa possibilità me la dà la produzione dei film”.
Quindi è un lavoro che le piace?
Mi piace e mi angoscia nello stesso tempo, perché i periodi di attesa sono troppo lunghi. Seguo tutto il processo produttivo del film, dalla nascita del soggetto, la sceneggiatura fino a che non viene proiettato al cinema o in TV. Ed è un periodo molto lungo. A volte passano anche quattro anni.
Per non farsi annientare da queste attese infinite ci vogliono i nervi saldi. E io li ho, per fortuna”.
E l’altro IO, quello interiore, come è?
Mi piace la vita introspettiva. Per questo, dopo aver fatto un test di medicina e psicologia, che per fortuna ho vinto (per 200 posti si erano iscritte 5000 persone) sono entrata all’università in psicologia. Mi piace moltissimo, leggo in continuazione testi di autori che amo come Carotenuto o Alexander Lowen, Il padre della bioenergetica e naturalmente Jung. Leggerli mi fa star bene.
Quando non leggo, scrivo. Ogni giorno il diario, che è la mia forma di auto psicanalisi.
A sei anni sei venuta per la prima volta in Italia? Cosa ricordi di allora?
Andare in Italia era per me un sogno. Me ne parlava sempre mia nonna materna, che era italiana ma costretta per un lungo periodo a vivere in Albania a causa della situazione politica.
Ma quando arrivammo in Italia fu uno shock. Come le avevo detto, il cambiamento è stato devastante. Inoltre vedevo negli occhi di mia nonna, che io adoravo, la delusione, la sofferenza. Ben presto la felicità con la quale ci eravamo preparate, si disintegrò. Mia nonna, per il gran dolore si ammalò e poco dopo morì.
I ricordi
Sono nata a Tirana, figlia di Edmond un artista albanese, che insegnava all’Università, era attore, regista sia di teatro che di cinema, membro del Consiglio Artistico del Teatro Nazionale di Tirana, ha contribuito fortemente alla rivoluzione in Albania.
Nel 1990 era tra i 40 intellettuali più noti del Paese ad incontrare il Presidente Ramiz Alia per discutere sulla democratizzazione della vita del Paese. Tra centinaia di docenti, è stato poi scelto dagli studenti universitari come uno dei 5 professori a rappresentarli dal Presidente per chiedere il pluralismo politico in Albania. Ha in seguito fondato il Partito Democratico albanese, il primo partito d’opposizione al regime comunista.
Lui era quindi impegnato anche sul fronte politico nell’ultimo periodo. Ma ad un certo punto dette le dimissioni e ci raggiunse in Italia. Non so bene quali fossero i veri motivi perché allora ero troppo piccola per capire. Sono cresciuta in questo ambiente.
La storia della nonna è molto interessante. La nonna era italiana, sposata con un avvocato albanese che lavorava a Roma. Sono venuti in Albania quasi per caso, per rimanere solo tre giorni, per motivi affettivi: rendere omaggio al fratello del nonno, partigiano caduto in guerra. Era 1l 1946. Proprio in quel momento il regime chiuse i confini, così i miei nonni sono dovuti rimanere in Albania contro la loro volontà perché la loro casa il loro lavoro erano in Italia.
Ci trasferimmo in Italia nel 1991. Per un’operazione chiamata C.O.R.A. programmata dal Ministero degli Esteri e dalla ministra Boniver operazione di rimpatrio degli italiani rimasti in Albania, siamo stati la prima famiglia italiana rimpatriata dall’Albania.
Allora ci imbarcarono su un aereo militare che atterrò a Ciampino, che allora era solo un aeroporto militare. Da li fummo ospitati al Quirinale. Mi ricordo benissimo il Presidente della Repubblica Cossiga che mi prese affettuosamente per mano per farmi visitare le stanze più famose del Palazzo e mi disse che il Quirinale aveva 1111 stanze. Rimasi senza fiato. Avevo 6 anni.
Poi ci portarono per due settimane all’Hotel Ergife a Roma, dopodiché ci avevano promesso che saremmo andati, per altre due settimane di vacanze, in Veneto fino a che non fossero pronte sia la casa che un posto di lavoro. L’impegno (poi non mantenuto) era che avrebbero dovuto dare ai miei genitori le stesse condizioni che avevano in Albania.
In realtà quelle due settimane di vacanze si trasformarono in un anno estenuante passato in una piccola pensione. Fu poi il Veneto ad accoglierci. Fummo trasferiti in una casa a Bassano Del Grappa. Il mio papà ci ha raggiunto un anno dopo, nel 92 e ha cominciato a lavorare in fabbrica come operaio.
Ma anche quando lavorava in fabbrica (8,9 ore al giorno) ha fatto il suo primo film, tra l’altro italiano finanziato dal MIBAC, “Lettere al vento”, prodotto da Donatello Palermo che ha vinto il premio di qualità, lavorava in tv tipo “Un posto al sole”.
Che significa tuo padre per te?
Una persona che mi ha dato tutto. Non potevo sperare in un padre migliore. Oggi quello che so, che sono lo devo anche a lui, ma badi non sono il suo prolungamento narcisistico, dico soltanto che papà mi ha dato tantissimo a livello umano.
Come si trovava a Bassano?
Bassano è carina, mi piace, ma il cielo è sempre grigio. Per cui smaniavo di andare a Roma, per studiare scienze politiche. Roma è sempre stato un sogno per la mia famiglia. Anche mia nonna era di Roma. Appena scesa alla stazione Termini mi sentivo felice. Era fantastico vedere il cielo blu, il sole che si posava su tutti i palazzi ed emanava una luce accecante, era una liberazione.
Insomma Quale è la Patria per lei, l’Albania o l’Italia?
In realtà tutte e due, anche se in realtà mi sento più italiana.
Il futuro
Un film “Come crimini e misfatti” regista Alessio Pascucci che è anche Sindaco di Cerveteri. Si parla di attori famosi come Luca Zingaretti, Gigi Proietti, Alessio Boni, coinvolti grazie all’esperienza pluriennale e impeccabile di Ezio Pascucci, il produttore italiano.