Le rimesse degli emigrati albanesi sono aumentate del 9% nel primo trimestre di quest’anno rispetto allo stesso periodo di un anno fa.
Secondo i dati della Banca d’Albania le rimesse hanno raggiunto in questo periodo trimestrale il valore di 147 milioni di euro, il valore più alto raggiunto dal primo trimestre del 2013; la tendenza ha subito una netta accelerazione in questi primi mesi del 2018 e, molto probabilmente, continuerà con questo ritmo per tutto l’anno.
Le rimesse rappresentano una fonte molto importante per quanto riguarda l’entrata di valuta nel nostro paese.
Dopo il 2008 hanno subito un forte calo a causa soprattutto della crisi economica che ha caratterizzato stati come l’Italia e la Grecia; dopo il 2013, tuttavia, sono tornate a registrare crescite anno dopo anno soprattutto a causa del nuovo fenomeno migratorio come confermato dai dati dell’Istituto di Statistica Albanese (Instat). Solo nell’ultimo anno, infatti, la differenza tra i cittadini che hanno lasciato l’Albania e quelli che vi hanno fatto rientro era di 373.000 persone, a favore naturalmente di coloro che hanno lasciato il paese delle aquile.
Rimesse degli emigrati: i dieci principali paesi
Secondo i media albanesi i principali paesi dai quali i cittadini albanesi effettuano rimesse sono Grecia, Italia, Stati Uniti, Germania, Macedonia e Montenegro, ovvero alcuni dei paesi con la più alta percentuale di emigrati albanesi. Le rimesse derivanti da questi paesi, infatti, combinate compongono quasi la totalità delle entrate degli emigrati in quanto arrivano a circa il 98% del valore totale di 636 milioni di euro (dati 2017). A completare la top 10, oltre ai paesi sopracitati, ci sono Regno Unito, Canada, Francia, Belgio e Turchia.
La Grecia e l’Italia sono i due paesi principali: il denaro trasferito dalla Grecia costituisce la principale fonte delle rimesse seguita poi dal Bel Paese. Da quest’ultimo, nel 2017, le rimesse degli albanesi hanno avuto un incremento; la somma totale lo scorso anno ammontava a circa 128 milioni di euro, valore che ha registrato un incremento del 3,4% e che, inoltre, è stato il secondo più alto negli ultimi cinque anni.