La pensione media ha registrato un aumento del 3,8% durante lo scorso anno, arrivando ad un valore medio mensile di 12.167 leke rispetto ai 11.714 leke di media del 2016.
Secondo i dati ufficiali dell’istituto di previdenza sociale, la pensione media nelle città ammonta a 15.527 leke mentre è di 8.808 leke di media nelle zone rurali.
Entrambi questi indici hanno registrato un aumento rispetto al 2016, visto che rispettivamente erano pari a 14.873 e 8.556 l’anno precedente. Questo incremento è dovuto soprattutto all’indicizzazione delle pensioni e poiché sempre più sale il guadagno dei nuovi pensionati che aderiscono a questo schema.
La pensione media nel nostro paese, quindi, era di circa 96 euro nel 2017, il valore più basso nei Balcani Occidentali (Serbia, Montenegro, Macedonia, Bosnia).
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Secondo uno studio effettuato dall’Unione Europea, infatti, con riferimento all’anno 2012, si nota che la differenza con gli altri paesi dell’area dei Balcani è marcata ed evidente: la Serbia, ad esempio, ha un valore medio nelle pensioni che si aggira sui 240 euro, 2,5 superiore a quello dell’Albania e senza considerare eventuale indicizzazione che potrebbe marcare ancora di più questa differenza. La pensione media più alta è del Montengro, con 323 euro, mentre quella più bassa è della Bosnia, con 178 euro circa.
Confronto ancor più a sfavore dell’Albania se si confronta il suo valore medio di pensione con paesi che sono già parte dell’Unione Europea. La pensione media di un cittadino tedesco, ad esempio, supera i 41.000 euro all’anno, in Italia oltre 27.000 euro, in Norvegia circa 58.000 euro e in Polonia circa 11.000 euro.
Sebbene l’economia del paese è in tendenza verso l’alto con una velocità superiore agli ultimi due anni, la protezione degli strati più vulnerabili dei cittadini lascia ancora molto a desiderare. I pensionati albanesi, infatti, sono considerati ‘mal pagati’ rispetto ai paesi vicini e non e la loro prospettiva negli anni avvenire non appare molto ottimistica: l’invecchiamento della popolazione, con conseguente riduzione della forza-lavoro, farà si che lo stato dovrà necessariamente optare per una nuova strategia dato che i contribuenti diminuiranno da una parte mentre dall’altra aumenterà il numero dei pensionati.
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