Il livello di disoccupazione in Albania ha fatto registrare un altro leggero calo nel primo trimestre di quest’anno, raggiungendo livelli minimi record. Da segnalare tra le note positive, inoltre, l’aumento dell’occupazione giovanile.
I dati Instat
I dati ufficiali Instat riportano che la disoccupazione in Albania per l’età lavorativa (dai 15 ai 65 anni) è scesa al 12,1%, in lieve calo dello 0,4% rispetto allo stesso periodo di un anno fa.
Un trend positivo confermato anche dal tasso di occupazione (60,3% nel primo trimestre di quest’anno) in aumento dell’1,4% rispetto ad un anno fa e dal tasso di partecipazione al lavoro (69% nei primi tre mesi dell’anno) in crescita di un punto percentuale rispetto al 2018.
In rialzo (+ 1,4%) anche il tasso di crescita annuale dell’occupazione – in relazione al 2018 – grazie soprattutto all’occupazione in aumento nel settore industriale (+3%) e nel settore dei servizi (+3,6%); trend negativo, invece, per quanto riguarda il settore agricolo (-1,8%).
Per quanto riguarda la disoccupazione, il tasso ufficiale è diminuito dello 0,4% rispetto al primo trimestre del 2018.: tra le note più positive, il -2,3% fatto registrare dal tasso di disoccupazione giovanile.
Il 31% della popolazione è fuori dal mercato del lavoro
Se da una parte l’occupazione è in crescita, dall’altra – sempre secondo i dati Instat in riferimento all’intero anno 2018 – il 31% della popolazione è fuori dal mercato del lavoro, ovvero la categoria che non è alla ricerca di un’occupazione.
I salari più bassi d’Europa e della regione, l’emigrazione e le rimesse degli emigrati sembrano essere le cause che mantengono gli albanesi lontani dal mercato del lavoro. La struttura della popolazione fuori dal mondo lavorativo è dominata dagli studenti (circa il 38,7%).
Nella fascia di età lavorativa, le persone disoccupate che non cercano lavoro perché ritengono che non ci sia rappresentano l’8,7%. Il 12%, invece, è rappresentano da tutti coloro che sono in pensione anticipata, il 10% da coloro che hanno un’invalidità permanente mentre la restante parte da coloro che hanno lasciato il mercato del lavoro per molteplici ragioni.
Negli ultimi anni la popolazione in età lavorativa ha aumentato la sua presenza nella forza-lavoro, tuttavia la percentuale che continua a rimanerne fuori è alta se confrontata con i paesi più sviluppati.