Dopo mesi di corteggiamenti da parte di Inter, Juventus e Lazio, alla fine è stata la Roma a spuntarla nella corsa a Marash Kumbulla.
Con una trattativa lampo, infatti, i giallorossi si sono assicurati le prestazione del difensore albanese – che firmerà un contratto quinquennale da 1,5 milioni di euro a stagione – per una cifra intorno ai 30 milioni di euro (tra prestito, obbligo di riscatto e bonus vari).
Il classe 2000 è sbarcato a Roma nelle prime ore del pomeriggio di oggi per sostenere le visite mediche di rito presso la clinica Villa Stuart in modo da mettersi subito a disposizione di Fonseca per la prima giornata di campionato.
E per un curioso volere del destino la prima avversaria della Roma nella Serie A 2020/2021 sarà proprio l’Hellas Verona. Un esordio doppiamente emozionante per Kumbulla: la prima con la maglia della Roma contro i suoi vecchi compagni di squadra e compagni di allenamento fino a ieri.
Kumbulla sarà il secondo giocatore albanese della storia a vestire la maglia della Roma dopo Naim Krieziu, il quale proprio con i giallorossi vinse lo scudetto 1941-1942 in coppia d’attacco con Amedeo Amedei.
Marash Kumbulla
Nato a Peschiera del Garda, in provincia di Verona, da genitori albanesi, Marash Kumbulla entra a far parte del settore giovanile dell’Hellas Verona nel 2008 facendo tutta la trafila di categorie fino alla prima squadra, con la quale esordisce nel 2018.
Nel 2015 viene convocato per la prima volta dalla Nazionale albanese under-17, mentre negli anni successivi verrà convocato dalle selezioni Under 19 e Under 21. Lo scorso anno, invece, è arrivato il debutto nella Nazionale maggiore in Moldavia-Albania 0-4 valida per le qualificazioni ai campionati europei.
Un sogno che si è realizzato per Kumbulla, che ha sempre mantenuto un forte legame affettivo con il suo paese d’origine:
“Le mie radici mi trasmettono un forte senso di appartenenza alle tradizioni e alla storia del mio popolo. È un sentimento che mi spinge a dare sempre il massimo.” – ha dichiarato in un’intervista ad aprile per il Corriere della Sera.
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