Molto spesso le cronache calcistiche utilizzano termini come lotta o battaglia per descrivere partite combattute. Fortunatamente, per la maggior parte dei calciatori queste lotte e battaglie metaforiche saranno le uniche che conosceranno nelle loro vite.
Ma non per tutti è così. Per Furtuna Velaj, calciatrice della nazionale albanese, la guerra tra Kosovo e Serbia a fine dello scorso secolo è significata essere costretta a fuggire dalla sua terra natale assieme alla sua famiglia.
“Ero molto giovane quando è scoppiata la guerra tra Kosovo e Serbia e ci siamo trasferiti negli Stati Uniti. Gli Stati Uniti sono stati molto accoglienti con la mia famiglia e ci siamo sentiti a casa qui.” – ha dichiarato la 30enne albanese in un’intervista alla FIFA.
“Siamo molto orgogliosi della nostra cultura, delle nostre origini e della nostra lingua. I miei genitori hanno sempre voluto assicurarsi che non dimenticassimo mai da dove venivamo. Ero giovane, ma mi ricordo molto del posto in cui sono cresciuta.
Gli Stati Uniti sono la mia casa perché la mia famiglia è qui e io sono cresciuta qui, ma allo stesso tempo, vengo dal Kosovo – questa è la mia cultura e il mio background. Ad essere sincera, sono molto fortunata che la mia famiglia si sia trasferita qui. Se fossi cresciuta in Kosovo, non so se avrei potuto giocare a calcio.” – prosegue Velaj.
La carriera
La sua carriera è iniziata al Connecticut FC, dove ha vinto la Connecticut State Cup. Successivamente, si è trasferita in altri club negli Stati Uniti, prima di passare in Islanda (all’UMF Afturelding), Canada (al Toronto Lady Lynx), Finlandia (al PK 35 Vantaa), Norvegia (al Kolbotn IL) e Germania (al SC Sand).
“Dico a tutti che prendo qualcosa da ogni paese diverso. Negli Stati Uniti ho imparato a non mollare mai ho lavorato duramente fino alla fine e ho fatto tutto al 100%. I canadesi sono simili ma hanno un po’ di mentalità europea anche quando si tratta di calcio.
Il paese che mi ha influenzato maggiormente è stata la Norvegia. Tutti sono super in forma, ed è lì che ho imparato molto su come mangiare meglio e su come diventare una calciatrice professionista. Ho imparato a portare la mia forma fisica ad un altro livello. In Finlandia, invece, ho imparato a essere più rilassata.
Penso di aver imparato di più in Germania. Ho imparato molto sulla tattica e sulla tecnica. I tedeschi non corrono come negli Stati Uniti ma sono più intelligenti. Capiscono il gioco meglio. Non corrono e lavorano duramente, ma la loro comprensione del gioco è di gran lunga migliore – sapevano quando trovarsi al posto giusto nel momento giusto.” – ha affermato la calciatrice albanese.
Nata a Peja, in Kosovo, Velaj è ora cittadina del mondo e può condividere la sua vasta conoscenza ed esperienza con i suoi compagni di squadra nella squadra albanese. Ha collezionato la sua prima presenza nel 2011 aiutando la Nazionale a superare i turni preliminari per la Coppa del Mondo femminile FIFA due volte di fila, nel 2015 e nel 2019.
“I paesi scandinavi sono i migliori esempi per un paese come l’Albania. Se si guarda al calcio maschile, bisogna prendere spunto da quel che ha fatto l’Islanda.
Un paese di 300.000 persone che è stato in grado di qualificarsi per tutti questi grandi tornei. Siamo un paese di poco più di due milioni più con tutti i giocatori che vivono all’estero, quindi hai una grande scelta. È solo una questione di mentalità.” – conclude la 30enne di Peja.
Un messaggio che Furtuna Velaj vuole trasmettere alle future generazioni di calciatrici albanesi, per far sì che anche l’Albania diventi una Nazionale competitiva come i paesi scandinavi da lei tanto ammirati.
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