Era il 26 agosto 1972. Lo ricordo ancora a distanza di ben trentasette anni: stavo guardando la tivvù a Manfredonia. Alle XX Olimpiadi di Monaco di Baviera, esordiva il quinto Paese alla cerimonia d’apertura, secondo l’ordine alfabetico tedesco con tradizionale precedenza ai greci: “Griechenland”, “Ägypten”, “Äthiopien”, “Afghanistan”. Si trattava dell’“Albanien”.Solo pochissimi Stati, che avevano disponibilità economiche per sottoscrivere un qualsiasi patto televisivo, preferirono evitare d’accordarsi con il Comitato Organizzatore dei Giochi Olimpici e con la “Transtel-Deutsche Gesellschaft für Fernsehtranskription mbH” di Colonia, e non trasmettere il grande avvenimento sportivo: Albania, Bermuda, Paraguay, Samoa, Siria e Yemen. Di questi sei, solo Samoa e Yemen non avrebbero preso parte alle Olimpiadi, mentre gli albanesi preferirono non spendere un lek, poiché al momento delle trasmissioni Rai, in diretta o differita, la televisione statale di Tirana collegava i propri ripetitori con Roma, soddisfacendo le decine di migliaia di sportivi schipetari. Erano gli anni in cui Fadil Paçrami (ministro della Cultura e delle Arti, e segretario del Comitato di Partito di Tirana) e Todi Lubonja (direttore della Radio-Televisione Albanese) cercavano di occidentalizzare e “sanremizzare” il Paese delle Aquile.
Ma torniamo alle Olimpiadi. Alla cerimonia d’apertura l’Albania sfilò con sette persone: la “Flamurtarja” in costume nazionale e a seguire Ymer Pampuri (che nel corso delle Olimpiadi diventerà campione del Mondo nella categoria dei piuma del Sollevamento Pesi, specialità “distensione”, stabilendo pure il primato olimpico con 127,5 kg. ), e poi – in ordine alfabetico – Beqir Kosova (66° nella Carabina piccolo calibro a 50 m. con 587/600 p.), Fatos Pilkati (24° nella Pistola libera a 50 m. con 546/600 p.), Ismail Rama (22° nella C.p.c. 50 m. con 594/600 p.), il giudice Zyhdi Mazreku e un accompagnatore governativo di cui non conosco il nome.
Il giorno dopo l’inaugurazione, presso il poligono di tiro di Hochbrück (vicino Monaco), scesero in lizza 59 atleti per la Pistola libera a 50 m., in rappresenza di Albania (2), Austria (2), Belgio (1), Belize (1), Bolivia (1), Brasile (2), Bulgaria (2), Canada (2), Colombia (2), Cecoslovacchia (2), Cuba (1), Filippine (2), Finlandia (2), Francia (2), Germania Democratica (Est, 1), Germania Federale (Ovest, 2), Giappone (2), Gran Bretagna (2), Grecia (1), Jugoslavia (1), Kenya (2), Messico (1), Mongolia (2), Norvegia (1), Polonia (2), Portogallo (1), Puerto Rico (2), Romania (1), Spagna (1), Stati Uniti d’America (2), Svezia (2), Thailandia (2), Isole Vergini Americane (1), Rep. del Vietnam (Sud, 2), Ungheria (2) e Unione Sovietica (2).
La cosa eccezionale da rilevare è che vi era un’unica donna, scelta dall’“International Shooting Sport Federation” (l’organo mondiale del Tiro a Segno). Ella si era messa in evidenza per i suoi successi a livello nazionale ed internazionale, e questa era la “Flamurtarja” Afërdita Tusha, che prese parte ad una bellissima competizione vinta dal 38enne svedese Ragnar Skanåker che con 567/600 p. colse pure il primato olimpico. Afërdita nella seconda batteria (delle complessive sei) risultò terza con 94 punti su 100, a due punti dal primo!!!Per quell’anno Afërdita Tusha risultò la prima donna al mondo in quella specialità. Essa annunciò le incredibili affermazioni, a livello mondiale, europeo e balcanico delle donne albanesi, che la storia del tiro a segno ha stabilito sparano meglio degli uomini. Quindi: attenzione!