Haki Doku è un atleta paralimpico che gareggia nella disciplina paraciclismo per persone diversamente abili che segue un sogno, quello di rappresentare l’Albania nei giochi paraolimpici di Londra 2012.
Come è nata l’idea di praticare questo sport e perché proprio l’handbike?
Pratico sport dal 2000, ho cominciato con le discipline paraolimpiche con sedia a rotelle come sci, hockey su ghiaccio e per continuare con l’handbike a partire dal 2005. L’handbike non è soltanto l’attività sportiva preferita a livello agonistico, ma ha anche un importanza per quanto riguarda l’aspetto sanitario.
I primi due anni ho partecipato solo nelle corse che si svolgevano in Italia, invece nel 2007 c’è un cambiamento nella mia carriera, sia per quanto riguarda le partecipazioni, ma soprattutto a livello professionale perché sono arrivati i miei primi successi.
Dal 2007, ho partecipato in alcune gare importanti a livello mondiale, rappresentando l’Albania, ma ho va avuto molti problemi per quanto riguarda l’organizzazione da parte delle istituzioni competenti in Albania.
La mia preparazione continua, i risultati ci sono e nello stesso tempo, anche le risposte a livello organizzativo ed economico da parte del Comitato Olimpico albanese insieme alla Direzione dello Sport presso il Ministero dello Sport e alla Federazione del ciclismo.
In Albania molti diversamente abili ancora oggi non praticano attività sportiva. Si è mai chiesto il perché?
Agli albanesi non manca certo la voglia di praticare sport, il problema pero è sempre l’organizzazione. Personalmente ho cercato di dare il mio aiuto, regalando un handbike, una sedia a rotelle paraolimpica, una slitta per fare sci sulla neve, ma purtroppo non si è visto nessun risultato.
Come sappiamo tutti, per partecipare in certe attività sportive bisogna seguire ufficialmente alcuni passi molto importanti come, visite mediche, tesseramento presso le squadre che ti sostengono e per fare tutto questo bisogna appoggiarsi alla federazione. Il problema principale è che il Comitato Paraolimpico albanese non funziona.
In Italia le persone diversamente abili praticavano sport dal 1957, ma solo nel 2003 è stato formato il primo Comitato Paraolimpico italiano, questo vuol dire che per noi è ancora l’inizio e abbiamo ancora tanta strada da fare.
Avete avuto qualche aiuto dall’Albania?
Questa è una grande occasione che gli organi competenti albanesi non devono lasciarsi sfuggire. Io non chiedo solo di partecipare alle paraolimpiadi, ma anche di ottenere i migliori risultati possibili. Ma per fare tutto ciò serve molto impegno, allenarsi tutti i giorni, un allenatore che mi segua durante tutti gli allenamenti.
Tutte queste sono spese, che non posso affrontare senza un grande appoggio da parte degli organi competenti. Non è normale che un atleta rappresenti la propria nazionale a livello internazionale, a spese sue, questo non succede in nessun paese del mondo. Tutto quello che ho fatto, l’ho fatto per passione e con la speranza che un giorno le mie spese, verranno rimborsate.
Nell’aprile 2010, durante un incontro con Vasil Bici (direttore generale dello sport), mi è stato confermato che tutte le spese per le gare internazionali, li avrebbero pagate loro. Speriamo diventi realtà.
A che punto siete con i giochi paraolimpici di Londra 2012? Rappresenterete l’Albania?
La preparazione continua positivamente, anche se l’handbike che ho a disposizione non è in buone condizioni, sono ormai quattro anni che gareggio con lo stesso. Ma comunque sono fiducioso, grazie agli sponsor e agli contribuenti, ne potrò avere uno nuovo molto presto.
Anche perché l’handbike è fondamentale per la gara, gli atleti degli altri paesi hanno gli ultimi modelli e sono molto avvantaggiati. Insomma è come gareggiare nella Formula Uno con una 500.
Fino a dove può arrivare Haki Doku?
Questo dipende anche dall’interesse che mostreranno le istituzioni albanesi e i loro finanziamenti cosi da permettere la mia partecipazione in competizioni importanti, come la coppa e il campionato del mondo.
Quest’anno ho partecipato alla Coppa del Mondo in Spagna il 12-13 giugno, non ho avuto dei buoni risultati a causa di un guasto all’handbike durante il trasporto in aereo. Adesso mi sto allenando molto per avere una buona preparazione fisica e spero di avere anche un handbike all’altezza delle aspettative.
Qual è il vostro sogno più grande?
Il mio sogno è quello che hanno molti atleti, che desiderano e si impegnano tutti i giorni per riuscire a partecipare ai giochi paraolimpici, ma anche di dare il massimo e ottenere dei buoni risultati. Siamo alla fine del progetto “Road to London 2012”.
Questo titolo è stato scelto non solo per la mia presentazione a Londra ma per dare la possibilità anche a qualcun altro nel futuro, di seguire la stessa strada. Il messaggio è per tutte le persone diversamente abili che vivono in Albania e hanno la voglia di fare sport ma si sentono isolati. Il messaggio è indirizzato anche a tutte le forze politiche, le istituzioni e le associazioni interessate, che lo sport per persone diversamente abili non è uno strumento di guadagno, ma è la sfida di chiunque pratichi questo sport, che nel futuro sarà trasmesso agli altri per superare qualsiasi ostacolo alla ricerca della libertà e della propria autonomia.
Chi è Haki Doku
Haki Doku, nato a Kruja (Albania) il 18.06.1969, è immigrato in Italia e abita a Milano dal 1995. Nel 1997 ha un grave incidente a Milano che lo costringe alla sedia a rotelle. E’ felicemente sposato con Enora Doku ed insieme hanno anche un figlio, Mario. Attualmente lavora presso la compagnia finanziaria Finsev spa Milano con la quale ha un contratto di lavoro a tempo indeterminato.Pagina web di Haki Doku – http://www.doku.it/