Questa volta sono arrabbiata. Forse non è il caso di scrivere una riflessione, che per logica deve essere chiara ed equilibrata, quando l’unico sentimento che porti dentro è la rabbia, ma per onestà intellettuale lo devo fare ed in fretta.
Personalmente sono anni che viaggio con la linea dei traghetti da Bari a Durazzo, e viceversa. Le compagnie che operano il collegamento in questione hanno sempre messo a disposizione traghetti fatiscenti e sporchi, cambiando ogni tanto qualcuna delle navi, ma senza modificare un granché lo stato delle cose. Inoltre, come ha testimoniato anche la trasmissione satirica albanese Fiks Fare, a bordo delle navi non ci sono medici, i quali sarebbero vitali in caso di eventuali emergenze.
I problemi iniziano già al momento dei controlli in caso di partenza o arrivo in Italia. Lunghe file di persone, letteralmente abbandonati a loro stessi in un ambiente non idoneo. A volte ci si aspetta per 2-3 ore poiché i cosiddetti punti di controlli sono sempre molto pochi per gestire un numero così alto di viaggiatori. Per non parlare della situazione nei giorni prefestivi quando il numero degli arrivi e delle partenze tocca picchi notevoli e i disagi diventano completamente incontrollabili.
La giustificazione, che sentiamo ripetere da anni, è la mancanza di personale per il controllo alla frontiera, per cui, di competenza del Ministero degli Interni. Ma anche volendo prendere per buona questa circostanza, si potrebbe tranquillamente risolvere la problematica con la creazione di un ambiente idoneo all’attesa e al percorso degli utenti fino ai punti di controllo, ampliando i passaggi obbligatori e aumentando il numero di operatori che assistono i viaggiatori.
Inoltre, l’aumento dei turisti che si recano in Albania per le loro vacanze si traduce in numeri che non sono facilmente gestibili. Mi chiedo se gli amministratori del porto di Bari si sono resi conto che servono strategie a lungo termine per offrire sicurezza, qualità e tempi rapidi per le procedure all’imbarco e allo sbarco.
Un altro problema molto sentito sono i percorsi da e per i traghetti. Se a Durazzo questi percorsi sono tutti ben segnati ed un numero significativo di operatori aiuta i viaggiatori per potersi recare all’interno del porto in piena sicurezza, a Bari questi ultimi sembrano percorsi di guerra.
L’asfalto è pieno di buche, non ci sono corsie per i passeggeri che viaggiano senza macchina e, per di più, non c’è nemmeno un operatore che indichi la direzione e che regoli il traffico. Per i passeggeri che scendono dai traghetti attraccati nei punti più distanti del porto arrivare ai controlli è un terno a lotto. Si cammina tra mezzi pesanti e barriere inadatte, le quali non rispettano i minimi requisiti di sicurezza. Personalmente potrei passarci sopra alle attese al momento dei controlli, visto che l’interesse pubblico predomina quello personale, ma non posso in alcun modo accettare il fatto che un ente come il porto di Bari non rispetti i requisiti di sicurezza e attenda con calma la tragedia, che non è avvenuta solo per puro caso.
Fatte queste premesse; parliamo di numeri. Dalle statistiche ufficiali pubblicate dall’Autorità Portuale di Bari per il periodo 2009-2016 la parte da leone la fanno i passeggeri da e per l’Albania.
Come si può vedere i passeggeri verso o da Durazzo sono in maggioranza assoluta e ogni anno si registra una media di 1.244.000 viaggiatori. Per stessa ammissione dell’Autorità Portuale, seppure la concorrenza delle linee aeree il numero degli utenti non ha subito mutamenti traumatici. Visto che la matematica mi è sempre piaciuta ed essere operatore di diritto vuol dire parlare di fatti, procedo con una semplice operazione matematica.
Per ogni biglietto venduto le tasse portuali che si pagano sono 12 € e, applicato al numero dei passeggeri come da statistica ufficiale, avremmo un valore di circa 14.928.000,00 € di entrate annuali per il periodo dal 2009 al 2016. Non ho tenuto presente nei miei calcoli l’aumento del numero dei turisti che preferiscono le spiagge albanesi durante il periodo estivo, ma ricordo a tutti che nei mesi di alta stagione i traghetti che partono dalle due sponde arrivano ad essere anche quattro al giorno.
La statistica che ho richiamato e che trovate sul sito ufficiale dell’Autorità Portuale rispecchia le stesse tendenze relativamente al movimento delle auto e dei camion, importante questo per chi opera nell’import-export in Albania e in Italia.
Senza volermi allungare con i numeri faccio una domanda semplice e diretta: perché non si riesce a garantire i minimi livelli di sicurezza e di operatività per tutti gli utenti che utilizzano lo scalo di Bari, diversamente da quello che avviene al porto di Durazzo?
Le autorità consolari albanesi, specie il Consolato albanese di Bari, hanno fatto pressione e sollecitato negli ultimi anni sia l’amministrazione locale, che gli organi di polizia, ma a parte qualche piccolo cambiamento le autorità italiane hanno fatto orecchie da mercante.
Con l’augurio che per il futuro le cose possano cambiare al meglio io mi preparo a prenotare il mio prossimo viaggio.
Firma la petizione
Oltre a sperare però, ho deciso di procedere con una petizione on-line che possa aiutarci a far sentire la nostra voce e chiedo a tutti la gentilezza di condividerlo e firmarlo su change.org