Lasciarsi alle spalle la mentalità patriarcale è la sfida principale per l’Albania, in modo da poter ridurre il divario di genere e combattare le violenze sessuali e domestiche: è questo il responso reso noto in settimana dal ministro della protezione sociale dell’Albania.
“La sfida dell’Albania verso l’adozione dei valori europei di uguaglianza sta cambiando la mentalità e la cultura della superiorità degli uomini.” – ha dichiarato il ministro della salute e della protezione sociale, Ogerta Manastirliu, in un’intervista rilasciata a Deutsche Welle.
Il fenomeno è più comune nelle aree rurali dove le donne sono meno indipendenti dal punto di visto finanziario e dove gli stereotipi di uomini come capofamiglia e donne come governanti continuano a prevalere, spesso portando a casi di violenza domestica non dichiarati.
“Miriamo ad una sana educazione fin dal sistema di istruzione prescolare; impiantando il concetto che le donne fanno parte dello sviluppo economico e sociale dell’Albania e della sua prospettiva di integrazione europea.
Le donne sono rappresentate in polizia, nelle forze armate, nella diplomazia e in ruoli che prima appartenevano esclusivamente agli uomini. C’è, però, ancora molta da fare affinché le donne possano godere dell’uguaglianza di genere, vivere le lore vite senza paura e realizzare il loro potenziale come individui al servizio dell’interesse pubblico.” – ha poi continuato il ministro.
Rompere il silenzio
Le Nazione Unite (ONU) in Albania affermano che il primo passo per trasformare la cultura della violenza nel paese è quello di rompere il silenzio.
“Abbiamo bisogno di intensificare i nostri sforzi per trovare soluzioni e misure per fermare questo flagello globale. Faccio appello a tutte le donne affinché si facciano avanti e alzino la loro voce contro la violenza.” – ha dichiarato Brian Williams, coordinatore delle Nazioni Unite in Albania.
I sondaggi, in Albania, mostrano che una donna su tre è stata colpita da una forma di violenza nella sua vita ma soltanto poche migliaia sono i casi segnalati alle autorità ogni anno. La paura del pregiudizio e dell’incertezza finanziaria giocano un ruolo chiave nel fenomeno, oltre ad una protezione inadeguata da parte delle autorità.
Un centro per le vittime di violenza
Con la segnalazione di molestie sessuali e altre forma di violenza di genere ancora un tabù – anche nelle aree urbani albanesi – il governo sta pianificando di istituire un centro unico che possa fornire servizi alle vittime di violenza sessuale nel paese.
“Il centro per le vittime di violenza sessuale che stiamo organizzando quest’anno, il primo di questo tipo in Albania, è una delle ultime misure per far rispettare le disposizioni della Convenzione di Istanbul.” – ha aggiunto il ministro per la protezione sociale dell’Albania.
Come detto, tuttavia, rimangono ancora pochi i casi segnalati alle autorità albanesi:
“Ci sono varie ragioni che stanno dietro a questo fenomeno, per lo più legate a tradizioni patriarcali dannose e stereotipi o miti di genere, ma anche mancanza di informazioni su dove segnalare e chiedere aiuto.” – evidenzia il sondaggio condotto a Tirana da parte dell’ONU.
Disuguglianza nelle aree rurali
Prendendo in esame la diversificazione economica delle donne che vivono nelle aree rurali albanesi, si nota che quest’ultime sono discriminate quando si tratta di diritti fondiari, partecipazione al mercato del lavoro, istruzione e formazione, accesso al sostegno finanziario e servizi di consulenza agricola.
Inoltre, lo studio dell’ONU mostra che oltre l’80% delle proprietà terriere nelle zone rurali dell’Albania è di proprietà maschile e, per questo, suggerisce campagne di sensibilizzazione sulla legislazione in materia di diritti delle donne sulle terre e promozione della parità di genere.
Il tradizionale ruolo degli uomini come capo-famiglia è ancora dominante nelle zone rurali dell’Albania, con solo il 7% delle donne che afferma di contribuire con più della metà al ‘budget famigliare’.
“Le donne contribuiscono in modo significativo alle attività agricole; ma, dal momento che gli uomini si occupano della commercializzazione dei prodotti agricoli, si percepisce che tali redditi provengano prevalentemente da loro.
Anche la gestione della liquidità è una prerogativa degli uomini, che hanno anche più accesso ai servizi mentre le donne sono ostacolate dal lavoro di routine in agricoltura e dalle faccende di famiglia.” – si legge nel rapporto.
L’organizzazione dell’ONU per l’alimentazione e l’agricolutra, invece, afferma che anche gli atteggiamenti e le pratiche stereotipati continuano ad essere diffusi nelle aree rurali:
“Nell’agricoltura familiare esiste una rigida distribuzione dei compiti basata sul genere: i ruoli di genere maschile sono associati a compiti che riguardano il controllo delle risorse agricole, la mobilità e il processo decisionale.
Mentre i ruoli di genere femminile sono associati al lavoro manuale in agricoltura e allevamento, comprese le attività pre e post-raccolta, la lavorazione degli alimenti e le attività domestiche.
Questo distribuzione del lavoro ha comportato un limitato accesso alle risorse agricole e un limitato processo decisionale da parte delle donne.” – dice l’organizzazione.
Kemi pak kohë dhe duhet të veprojmë shpejt
Barazia gjinore qendron ne Zemer te #zhvillimit. Agjencite e OKB-se ne Shqiperi, i bejne thirrje shoqerise te mbeshtesin fuqizimin e grave dhe vajzave ngado.Kemi pak kohë dhe duhet të veprojmë shpejtMos tolero më gra e vajza të keqtrajtuara, të rrahura, të vrara. Mos justifiko asnjë shuplakë, asnjë ofendim!Është e pafalshme të humbasim gjysmën e potencialit njerëzor! Vepro tani! Pabarazitë gjinore duhen eleminuar deri në 2030. Ky nuk është vetëm një Objektiv i Axhendës 2030, por një kusht për zhvillim të qëndrueshëm të shoqërisë.
Posted by United Nations Albania on Friday, November 23, 2018