Nel 18° giorno del sciopero della fame, i lavoratori della raffineria hanno deciso di far cessare, per ragioni di salute, lo sciopero della fame di 10 scioperanti maschi che saranno sostituti dalle loro colleghe, operaie della stessa raffineria.
Si prevede che almeno 15 donne cominceranno lo sciopero della fame, poiché rimaste senza stipendio. Le donne, operarie petrolifere che lavorano in quella raffineria da 30 anni sono costrette a fare uno sciopero della fame come forma di resistenza per recuperare i stipendi non pagati e ricominciare a lavorare.
Iniziando lo sciopero della fame, molte persone di mezza età che iniziano ad avere problemi di salute, stanno mettendo in pericolo le loro vite. Le scioperanti sono state applaudite dal resto degli operai appena entrate nel “edificio della resistenza”. Lacrime e dolore in quella stanza, dove le madri che dovrebbero essere pagate doppiamente, per i lavori domestici e quegli svolti nella raffineria di Ballsh, sono rimaste senza stipendio, senza alcun motivo.
Ieri gli operai petroliferi di Ballsh hanno superato il cordone creato dalla polizia e hanno abbattuto il cancello dell’impianto, entrando con la forza nei locali, in seguito al 17° giorno di sciopero. Rimasti senza stipendio per diversi mesi, ancora non hanno avuto nessuna risposta dall’azienda.
I lavoratori petroliferi di Ballsh sono senza lavoro e senza assistenza sociale da 9 mesi, mentre 10 di loro sono entrati in sciopero della fame da 17 giorni, mettendo in pericolo le loro vite. I lavoratori petroliferi, durante la protesta hanno affermato che, se questo problema non verrà risolto, sacrificheranno le loro vite buttandosi giù dalle alte torri della raffineria.
Il 3 settembre i lavoratori del petrolio hanno concluso i contratti che li avrebbero fatti rientrare al lavoro, ma ciò non è avvenuto.
Per quanto riguarda gli arretrati, la società “Allum Enteprises” ha dichiarato che non pagherà tutti gli stipendi poiché una parte tocca alla precedente società “Tosk Energy”, contro la quale è stata vinta la causa.
I manifestanti chiedono al ministro delle Infrastrutture, Belinda Balluku, di reagire e fornire una soluzione a questo problema che va avanti da mesi.