Anno 2012, mese di Febbraio, Resina, provincia di Perugia. Durante una rapina in villa viene perpetrato uno stupro nei confronti di una donna 54 enne e per tali crimini si ricerca una banda di Albanesi della quale fa parte anche un evaso dal carcere romano di Regina Coeli, un certo A.
H, soprannominato “occhi di ghiaccio”.Anno 2002. Di fronte a una macchinetta automatica del caffè, al primo piano di Palazzo Nuovo, sede delle facoltà umanistiche, Torino.“Scusa Indrit, hai da cambiare mille lire?” – mi chiede S mentre continua a frugare nella borsetta.“Si certo, ecco qua”.“Quindi tu sei Albanese?”“Già”.“Hmm, ma sai che non sembri proprio per nulla Albanese?!”“Perché, come sembra un Albanese?”“Ma no..dai, sai cosa volevo dire no?”“Non proprio, ma va bene cosi.”“Ma tu, conosci Kledi?”“Dici il ballerino? Come no, è mio cugino di quarto grado da parte di madre.”“Ma dai, dici sul serio o mi prendi per il culo?”“Dico sul serio, anzi, probabile che lo incontri un paio di volte quest’Agosto. Abbiamo dei cugini che si sposano e sicuramente hanno invitato pure lui.”Nella seconda metà degli anni Novanta la propaganda di certa politica, dopo aver bersagliato i meridionali prima e i nordafricani dopo (quest’ultimi accomunati tutti dall’appellativo “Marocchini”), decise di cambiare registro e di passare agli Albanesi.Molti si sentirono in colpa e provarono vergogna per atti indegni commessi da connazionali e sparati a voce urlante al TG delle 20. Alcuni non accettarono il paragone e altri ancora (una grande parte se la memoria non m’inganna) si occultarono cercando di mimetizzarsi tra gli indigeni.
All’improvviso, giunse sulle punte, l’eroe dei nostri due mondi e fece si che l’immagine dell’Albanese fosse sdoganata da quel recinto di violenza e sgradevolezza. Il fattore K (quell’altro), senza nemmeno saperlo, si era reso utile alla collettività(degli Albanesi), togliendoci da un gelido anonimato e buttandoci nella mischia di parità d’opinione e considerazione (almeno fino alle elezioni seguenti).
Marzo 2012. Vengono arrestati i colpevoli della rapina e dello stupro a Resina e vine fuori che non sono Albanesi ma Rumeni, aggiungendo cosi carne fresca alla gogna(nemmeno tanto mediatica) che viene consumata, nei confronti della popolazione rumena(se poi di etnia Rom ancora meglio).
Dopo 20 anni, tranne il bersaglio, non è cambiato pressoché nulla e se la diaspora rumena in Italia non ha voglia di aspettare lo sbarco dei marziani, per non essere presa più di mira (cosa che tra l’altro non so se funzionerebbe; essendo i marziani notoriamente verdi magari la passano liscia), allora conviene che sforni un cantante/ballerino/attore che spacchi nei programmi pomeridiani, e sarebbe meglio che lo trovassero pure in fretta giacché le elezioni sono alle porte.Ps: S, scopri subito la balla sulla mia presunta parentela, all’epoca, del signor Kadiu, sapevo solo il nome.