Cioè, fatemi capire, adesso voglio rifare il punto su quello che è successo a Rosarno, evento che non c’entra molto con quello che ci hanno detto che è successo a Rosarno.
Dunque, se una persona, tale Tartaglia, che è poco equilibrato e solo, lancia un oggetto contundente al presidente del Consiglio la colpa è di chi ha spinto a farlo, aumentando il clima dell’odio, di chi ha criticato anche aspramente il governo. Ma se, e dico se, una centinaia di immigrati – parte dei quali clandestini, ma non tutti – reagisce all’ennesimo attacco ingiustificato, seppure in modo sproporzionato, è colpa degli immigrati stessi.
Questa volta no, non è colpa di chi ha detto che sono delle bestie, che devono tornare nel paese dei bingo-bongo, non è colpa di chi da anni pratica come sport preferito la caccia al nero, perché è questo che succede a Rosarno da anni, giovani annoiati o vecchi incazzati che sono entrati in modalità KKK qualche anno fa e non ne sono più usciti, come spiega benissimo Marco Rovelli in questo articolo.
Non è colpa di chi fa arrivare questi ragazzi come bestie, li fa lavorare e dormire come bestie, e poi si stupisce che non si comportano da fini gentleman. Non c’è un collegamento di causa ed effetto, no, assolutamente no. Puoi spingere un corpo solido fino a farlo schiacciare, ma se si schiaccia è solo una coincidenza o per di più, si schiaccia perché odia la nostra democrazia occidentale. Sto solo cercando di capire. Non è assolutamente colpa dunque di quei tanti ex-braccianti adesso piccoli ed crudeli imprenditori agricoli che producono a loro volta dei braccianti. Non è colpa della mafia che anche se non c’entra, c’entra ovunque. Non è colpa di nessuno se non di quelli che sono neri!Intelligenti ed autorevoli pensieri sono stati espressi su quello che è successo a Rosarno. Le ho seguite tute, sono stato aggiornato eppure non sono riuscito a capire bene chi diceva cosa. Mi sembrava di sognare, intellettuali e mondo civile cercavano di sciogliere la nebbia, altri no. Altri cominciavano a parlare con frasi del tipo “ Si è permesso di…” “ Si è creato…”. Parola più parola meno sono le stesse nozioni usate per la catastrofe di Aquila o di Messina. Si tenda di equiparare calamità naturali ad eventi facilmente spiegabili, verificabili e prevedibili in modo, mi sembra, da poter sfuggire alle proprie responsabilità. Non è colpa di chi ha usato i braccianti neri come schiavi.
Non è colpa di chi sapeva cosa stava accadendo e avrebbe dovuto intervenire per legge. Non è colpa del prefetto che poi dipende direttamente dal ministro. Si tenta, da una parte, di descrivere un fenomeno facilmente intuibile ed spiegabile come il compimento di una profezia antica che non si poteva fermare. E, dall’altra parte, si scaricano le proprie responsabilità sulla persona immediatamente sottostante. Ma un organo esecutivo non ha il compito di analizzare il suo fallimento, no, ha solo il dovere di prenderne atto e fare il mea culpa se questo si rileva necessario. Spiegare perché non è intervenuto prima. Perché, o nessuno sapeva, e questo è grave, o nessuno ha mai pensato che era il caso di intervenire, e questo è ancora più grave e crudele.
Non ci vuole molto per capire che i clandestini a Rosarno vivono da anni in condizioni sub umane, che sono schiacciati tra una mafia che fa da Stato e da uno Stato che, se va bene, ci offre le analisi su quello che sta succedendo. È dal 2008 che il comune di Rosarno è sciolta per infiltrazione mafiosa, questo fatto ci serve per capire meglio quello che succede oppure no? Buona parte dei “clandestini” in realtà erano regolari oppure nelle condizioni di chiedere asilo politico! Come lo mettiamo, se vogliamo andare un pò oltre alla superficialità? Ma no, diciamo che è sempre colpa di qualcun altro, ma siccome la catena ad un certo punto finisce con i braccianti che non possono avere ne spazio sui giornali o sulla TV nazionale, per la legge di chi tace – acconsente, è colpa solo di questi ultimi.
Se non ho capito male, ecco.