Ci si divertiva con poco e si metteva in gioco un grande senso di creatività.
Mentre per quei bambini, generazione anni ’80 in Albania, gli aquiloni costituivano un puro divertimento e svago, per i genitori che li accompagnavano, essi costituivano anche delle “ali di libertà” e un tentativo immaginario di fuga, di volo dalla gabbia ermetica totalitaria.
Solitamente a Tirana, a inizio anni ’80, in primavera veniva celebrata la Giornata degli Aquiloni – “Dita e Balonave”.
I bambini della capitale si riunivano nella ex-pista dell’aviazione per esporre le loro creazioni ingegnose legate a questo gioco-oggetto e divertirsi a farli volare in aria nelle prime giornate ventose primaverili!
In albanese all’aquilone si dice “Balonë” e le due tipologie più usate degli aquiloni nel gergo di Tirana venivano chiamate: “Balonë tabake” e “Balonë tauke”. Essi si differenziano per struttura e modello.
Cenni di storia sulla nascita degli aquiloni
È accettato da tutti gli esperti che gli aquiloni furono inventati 2800 anni fa in Cina, paese dove erano disponibili i materiali più adatti alla loro costruzione: il tessuto di seta per la velatura, i fili di seta intrecciata per i fili di ritenuta, il legno di bambù elastico e resistente per il telaio. Dapprima si riteneva che l’aquilone fosse stato inventato nel V secolo a.C. dai filosofi cinesi Mozi e Lu Ban.
Ma già nel 549 a.C. è dimostrato da un documento che si facevano volare aquiloni di carta come segnali in una missione di salvataggio.
Fonti medievali cinesi riportano l’uso degli aquiloni per la misura delle distanze, per la verifica della velocità del vento, per il sollevamento umano, per le segnalazioni e le comunicazioni durante le operazioni militari.
L’aquilone cinese più antico conosciuto era piatto (non curvato) e rettangolare. Le fonti storiche descrivono in seguito aquiloni senza coda ma con tensori per arcuare la superficie e renderli più stabili.
Anche a voi è capitato di incontrare sulla spiaggia, dei venditori ambulanti di aquiloni, no…?
Loro girano tra i bagnanti con una serie di aquiloni dalle svariate tipologie, colori e forme, legati ad un filo sul braccio e i bambini ne comprano uno come passatempo da farlo volare per aria lungo la riva e divertirsi, nei giorni in cui trascorrono le vacanze al mare con le famiglie.
Detto questo, quando anche io trovandomi sulla mia sdraio a prendere il sole al mare, avevo fotografato e postato sui social una foto nel momento in cui un venditore di aquiloni era passato proprio accanto al mio ombrellone, dei miei amici non solo hanno apprezzato la foto, ma qualcuno di loro mi ha detto:
“Ti ricordi quando eravamo bambini e in Albania, dato che non avevamo la possibilità di possedere degli aquiloni belli come questi già confezionati che vengono commercializzati oggi, mettevamo in atto il nostro ingegno e la nostra inventiva? Con mezzi di circostanza e un lavoro artigianale o fai da te, realizzavamo degli stupendi aquiloni!”
Allora è bastato quello spunto per portarmi indietro con la memoria nella mia infanzia in Albania e ricordarmi le nostre imprese per la creazione di un aquilone!
Una certa dose di difficoltà è d’aiuto per l’uomo: per sollevarsi gli aquiloni hanno bisogno di vento contrario e non a favore.
(Goethe)
Solitamente a Tirana, a inizio anni ’80, in primavera veniva celebrata la Giornata degli Aquiloni – “Dita e Balonave”.
I bambini della capitale si riunivano nella ex-pista dell’aviazione per esporre le loro creazioni ingegnose legate a questo gioco-oggetto e divertirsi a farli volare in aria nelle prime giornate ventose primaverili!
In albanese all’aquilone si dice “Balonë” e le due tipologie più usate degli aquiloni nel gergo di Tirana venivano chiamate: “Balonë tabake” e “Balonë tauke”. Essi si differenziano per struttura e modello.
Solitamente erano i ragazzi, coloro che avevano più praticità e manualità nella costruzione di queste cose.
Io mi facevo costruire un bell’aquilone da mio padre, giusto per poter partecipare all’evento, in quanto non ero capace a costruirlo da sola.
I ragazzini raccoglievano le canne di bambù lungo i laghi e le zone acquatiche come meglio potevano, oppure si facevano procurare delle stecche sottili di legno compensato, materiale base che sarebbe servito per il telaio dell’aquilone.
Inoltre, procuravano del foglio di plastica colorato oppure della carta da imballaggio, rilegavano il tutto con dello spago resistente, tendenzialmente a forma di rombo – quello più semplice – con una “coda” a strisce di telo di plastica o carta per stimolare il volo e delle “orecchie”, vale a dire, delle striscioline attaccate ai lati, per la resistenza in aria dell’aquilone sospeso.
Materiali dipinti, stampati con delle figure o personaggi amati dai bambini, non esistevano, per cui eventualmente ci si disegnavano sopra a seconda della propria fantasia.
Ci si divertiva con poco e si metteva in gioco un grande senso di creatività.
Mentre per quei bambini, generazione anni ’80 in Albania, gli aquiloni costituivano un puro divertimento e svago, per i genitori che li accompagnavano, essi costituivano anche delle “ali di libertà” e un tentativo immaginario di fuga, di volo dalla gabbia ermetica totalitaria.
Dopo tanti anni, nel Lago Artificiale di Tirana oggi ha preso vita nuovamente questa iniziativa, fissando la Giornata degli Aquiloni in primavera, facendo divertire i bambini a giocare con gli aquiloni che oggi si vendono confezionati pronti però – tranne qualche appassionato vero e proprio che li costruisce tuttora da solo – e perché no, facendo tornare bambini anche i genitori stessi…