I vestiti dell’imperatore di H.
C.
Andersen è una delle mie fiabe preferito. Non so che farci, ma da quanto l’ho letto per la prima volta me ne sono innamorato profondamente. Mi piaceva il genio dei truffatori, mi piaceva la descrizione dell’imperatore. Come dice quel comunista di H.
C.
Andersen.
“Molti anni fa viveva un imperatore che amava tanto avere sempre bellissimi vestiti nuovi da usare tutti i suoi soldi per vestirsi elegantemente. Non si curava dei suoi soldati né di andare a teatro o di passeggiare nel bosco, se non per sfoggiare i vestiti nuovi. Possedeva un vestito per ogni ora del giorno e come di solito si dice che un re è al consiglio, così di lui si diceva sempre: «E nello spogliatoio!».Nella grande città in cui abitava ci si divertiva molto; ogni giorno giungevano molti stranieri. Si curava poco o niente degli affari del regno.” Ma soprattutto mi piaceva il ragazzino che riusciva a svelare l’inganno, ad aprire gli occhi a tutti, ad affermare una semplice verità che veniva riconosciuta come tale e che quindi veniva immediatamente accettata, penitenza inclusa. Mi piaceva il fatto che gli abitanti del paese, che fino a quel momento di erano vergognati e forse impauriti, sentito che qualcuno rompeva il ghiaccio, prendevano coraggio.
Era un immagine molto da film western adesso che ci ripenso. Era un idea da gabbiano Jonathan Livingston, da Spirito Santo che scende ed illumina.
Mi sono imbattuto per caso nella favola di recente. Mi sembrava che mentisse, mi è sembrato di capire che qualcosa è cambiato. Oggigiorno tutti possono vedere che il re è nudo, ma per una ragione o l’altra scelgono di tacere.H.
C.
Andersen ha perso di attualità, o l’attualità ha perso di H.
C.
Andersen, il risultato non cambia. Il re è nudo e va benissimo così. Quindi, da una parte il re nudo col suo bimbo, dal altra parte la finestra rotta. Non so se conoscete questa teoria che dobbiamo ai bravissimi criminologi James Q. Wilson e George Kelling, ma fa più o meno così: se in un edificio si trovauna finestrae nessuno la aggiusta, è molto probabile che ben presto i passanti provvederanno a rompere anche tutte le altre finestre. Quella finestra rotta contribuisce da lasciapassare per l’impunità e da permesso per fare di più.
In mancanza di un ordinamento statale predefinito quindi, è molto probabile che la comunità offri un modifica in peius, mai in meglio. Prendetene coscienza, ascoltate i bimbi e, soprattutto, non rompete i vetri.