Sky TG24 ha dedicato uno speciale al percorso dell’Albania verso l’Unione Europea, concentrandosi nello specifico all’apertura dei negoziati ufficiali di adesione con l’UE attesa per giugno.
Il servizio
In Albania ci sono cantieri e lavori in corso, come quello per l’ingresso dell’Albania nell’Unione Europea: perché a giugno, dopo le elezioni europee, è atteso l’avvio dei negoziati di adesione in un’Europa che, nonostante la Brexit e l’euroscetticismo, non ha perso il suo appeal.
I negoziati, che non implicano un’adesione automatica, non si chiuderanno prima del 2025. E nel cammino di Tirana verso Bruxelles restano ostacoli pesanti come macigni:
“Certamente il paese, negli ultimi anni, ha fatto progressi, in particolare la riforma della giustizia . La lotta alla criminalità organizzata è stata sempre una preoccupazione per l’Unione Europea e in questo senso c’è ancora lavoro da fare.” – afferma l’ambasciatore dell’UE in Albania, Luigi Soreca.
Criminalità e corruzione sono tra i problemi più evocati anche dai cittadini e sono le accuse rivolte al governo dai dimostranti dell’opposizione che manifestano dallo scorso febbraio. Ma le proteste in piazza erano iniziate molto prima grazie ad un movimento che unisce docenti e studenti universitari che contestano l’aumento delle rette e vogliono costruire una nuova prospettiva:
“L’Albania può essere povera ma non è la povertà che fa scappare la gente. Quello che fa scappare la gente, i giovani, è la mancanza della speranza.” – afferma Arlind Qorri, esponente del Movimento Universitario.
La realtà è quella di un paese di quasi tre milioni di abitanti da cui ogni anni emigrano circa 40.000 persone, la maggior parte giovani. Si parte perché lo stipendio medio è di poco superiore ai 300 euro al mese ma ci sono lavori che qui in Albania consentono di guadagnare fino al doppio.
Come quello di Ajis, che è tornato nel suo paese e si laureato in lingue. Ne parla quattro, ed è stato assunto in un call center di un’importante azienda italiana, uno dei tanti attivi in Albania:
“Quando dici di lavorare in un call center la gente di guarda con un po’ di scetticismo. Però puoi guadagnare più in call center che magari nella professione per la quale ti sei laureato.“ – afferma il giovane.
Dalla capitale si passa a Kuçovë, una volta chiamata Stalingrado e nella quale oggi la NATO sta costruendo la sua prima base nei Balcani Occidentali. Ma del resto, dopo la caduta del regime comunista, la scelta di campo, quello atlantico, non è mai stata in discussione.
Le frontiere aperte per ora restano un miraggio anche perché il confine con la Grecia sta per essere blindato. Dopo la chiusura della principale rotta balcanica che passava per la Serbia, l’Albania è diventato il nuovo corridoio per i migranti, soprattutto siriani, che arrivano dalla Grecia per tentare di raggiungere i paesi dell’Unione Europea passando anche per il villaggio di frontiera di Kapshticë.
Fra pochi giorni in queste zone arriveranno gli agenti di Frontex, agenzia europea della guardia di frontiera, per pattugliare i confini insieme alla polizia locale.
L’Albania è il primo stato al di fuori dell’Unione con cui Bruxelles ha stretto un accordo del genere e così il controllo e la gestione dell’immigrazione per questo paese da cui partirono a centinaia di migliaia dopo il crollo del comunismo, sarà il primo banco di prova verso l’Unione Europea.