Secondo il quotidiano economico britannico “Financial Times”, la strada dell’Albania verso l’adesione all’Unione Europea passa dalla riforma giudiziaria avviata due anni fa con l’aiuto della stessa UE e degli Stati Uniti.
Un processo molto meticoloso, attraverso il quale si sta cercando di espellere dal corpo giudiziario tutti i giudici corrotti o che non riescono a provare la provenienza dei loro ingenti patrimoni. Una mole di lavoro piuttosto importante considerando che per ogni giudice ci sono cartelle di centinaia di pagine (se non di più).
Per il quotidiano britannico si è espresso anche Luigi Soreca, ambasciatore dell’UE a Tirana.
“Nessun altro paese al mondo ha concepito una riforma della giustizia così profonda. Eppure nemmeno questa revisione del sistema giudiziario, che ha lasciato un arretrato di 30 mila cause, è stata sufficiente all’Albania per ottenere un invito ad avviare i negoziati d’adesione”.
L’allargamento
L’articolo del “Financial Times” sottolinea come l’allargamento sia stato una delle politiche estere più di successo, nonché uno strumento per estendere sia i valori europei (incentrati sui temi dei diritti umani e dello stato di diritto) che l’influenza della stessa UE nelle sue regioni periferiche.
Tuttavia, dopo il maxi allargamento del 2004 (con 10 nuovi membri dall’Est Europa) e quelli del 2007 (Bulgaria e Romania) e l’ultimo del 2013 (Croazia), la politica di allargamento aveva perso di spinta propulsiva. Ciò è da ricollegare anche alle peculiarità dei paesi non ancora membri dell’Unione.
Ad est Ucraina e Bielorussia rappresentano paesi confinanti alla Russia e, quindi, una loro possibile adesione implicherebbe l’apertura di molti scenari in ambito di sicurezza. I Balcani Occidentali, invece, sono composti da stati con istituzioni deboli, in cui la presenza di attori esterni si è fatta sempre più insistente negli ultimi anni.
Un altro problema è collegata alla cosiddetta stanchezza da allargamento (enlargement fatigue) che attanaglia l’Unione Europea: ossia la mancata istituzione di una governance che rispetti tutti gli standard nei nuovi paesi membri.
Ritornando all’Albania, gli ostacoli maggiori sono rappresentati da Francia e Olanda, paesi da tempo riluttanti ad accettare nuovi membri in seno all’Unione. Tuttavia, secondo il “Financial Times” l’impresa è tutt’altro che impossibile:
“Tirana potrebbe riuscire a convincere Stati come la Francia, la Germania e i Paesi Bassi ad avviare i colloqui.” – conclude l’articolo