Scorro la home di Twitter e mi imbatto casualmente in un tweet del Ministro degli Esteri Luigi di Maio:
“Dall’Albania è appena atterrato un aereo con 60 infermieri che daranno supporto alle nostre forze bianche”.
Che strano, penso tra me e me, il ministro avrà sicuramente condiviso erroneamente la vecchia notizia dell’arrivo dell’equipe medica dall’Albania di inizio Aprile.
Entro nel profilo @luigidimaio e noto con stupore che la notizia è fresca fresca, 78 ritweet, 258 like e 61 commenti.
Sotto un altro tweet di ringraziamenti, questa volta rivolto alla Slovacchia ed al suo omologo Ivan Korcok per l’aiuto dato.
Senza nulla togliere ai bellissimi gesti di solidarietà degli altri paesi nei confronti dell’Italia, ma credo fortemente che l’Italia non stia valorizzando ed utilizzando tutte le capacità in suo possesso.
Sono circa due mesi ormai che l’Italia si ritrova in una lotta continua contro il virus Covid-19 che l’ha messa letteralmente in ginocchio, causando fino ad ora (20.04.2020) 24.114 vittime e 181.228 persone contagiate in tutto il paese.
Questa emergenza ha acceso fin da subito i riflettori ed ha evidenziato la mancanza di personale sanitario in Italia.
Ecco che da subito molte strutture, in piena crisi, hanno pubblicato annunci di assunzione di personale medico e sanitario, riservati quasi esclusivamente ai cittadini italiani o dell’Unione Europea, tagliando fuori una bella fetta di professionisti e persone capaci e pronte a dare il loro contributo nel paese che li ha formati e cresciuti professionalmente.
Insieme al movimento “Italiani senza cittadinanza”, Lunaria ed ASGI (Associazione per gli Studi Giuridici sull’Immigrazione) abbiamo denunciato pubblicamente queste pratiche discriminatorie, vista anche l’illegittimità di queste pratiche che vanno in contrasto con gli stessi decreti del Governo approvati proprio per affrontare l’epidemia.
Nella lettera pubblicata dalle tre associazioni sopracitate ed indirizzata tra gli altri anche all’Istituto nazionale per le malattie infettive “Lazzaro Spallanzani” di Roma e all’azienda ospedaliera “Garibaldi” di Catania si legge chiaramente:
“Tutte le competenze e le capacità disponibili, e quindi anche dei cittadini stranieri che risiedono nel nostro Paese, devono poter essere messe a disposizione, soprattutto in campo medico e paramedico.
…quantomeno per tutto il periodo di emergenza, le strutture pubbliche vengano autorizzate alla assunzione di personale sanitario senza limitazioni in ragione della cittadinanza, aprendo quindi le assunzioni a tutti gli stranieri extra UE titolari di un permesso di soggiorno che consente di lavorare.”
Caro ministro Di Maio, l’Italia è piena di cittadini albanesi e di altre nazionalità che qui vivono regolarmente, sono contribuenti regolari, qui si sono formati e che sono pronti a catapultarsi in prima linea tra le file delle “forze bianche” per dare il loro contributo come i colleghi italiani.
Tra un ringraziamento all’Albania e l’altro, che fa sempre piacere, ricordatevi anche di abbattere i muri della discriminazione professionale, perché le capacità oggi più che mai non devono dipendere dal colore di un passaporto e l’Italia in questo momento ha bisogno di tutti, compresi quelli che vengono etichettati come stranieri nel paese che ha insegnato loro ad utilizzare i ferri del mestiere.