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Razzismo come ti vedo

di Anxhela Naka
22 Aprile 2013
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Pubblichiamo di seguito il primo articolo della nostra nuova collaboratrice, la giovane Anxhela Naka. Originaria di Fier e in Italia da molti anni, Anxhela frequenta il secondo anno del Liceo Classico e nutre già una grande passione per la scrittura, in particolare per la poesia. Con noi desidera cimentarsi in un altro campo, per lei finora inedito: quello della prosa giornalistica.
QUANDO IL COLORE DELLA PELLE NON IMPORTERA’ PIU’ ALLORA SAREMO TUTTI UGUALI
Tra i tanti problemi della nostra società, parliamo di uno in particolare: il Razzismo.
Per Razzismo si intende la brutalità di un popolo, di una nazione, nel sentirsi superiore a un’altra. Il pensare che il mondo sia diviso in razze inferiori alla propria.
E la dignità? Un uomo senza dignità non è più un uomo!
Viene trattato come una bestia, senza diritti, senza un nome, senza poter dire quello che pensa, quello che prova, nulla.
Nella storia abbiamo avuto tanti casi di Razzismo crudele, ma uno in particolare, è rimasto come una cicatrice per tutti questi anni: Adolf Hitler … autore di una politica di discriminazione e sterminio specialmente sugli ebrei, segregati per anni nei campi di concentramento e bruciati nei forni crematori. Attenzione, parliamo di un genocidio, a quanto può arrivare la pazzia dell’uomo, la crudeltà, l’ignoranza, per far ammazzare migliaia di uomini, senza colpa, solo quella di essere ebrei, solo quella di essere “inferiori”. Ma oltre al razzismo del 1930, esiste anche quello dei giorni nostri, del 2013. Il razzismo di oggi, non è molto differente da quello dei tempi passati.
Penso che l’uomo sia solo un burattino di fronte alla propria mente. Parliamo di Razzismo ogni giorno, e anche se non ne parliamo, lo pensiamo. E’ facile dire: “Io non sono razzista” l’impresa sta nel dimostrarlo! Dimostrare che non c’è alcun male stringere la mano a un bambino nero, a un bambino diverso, ma pur sempre e comunque un bambino.
Io credo che l’unico essere non razzista sia solo Dio, quando dice che siamo tutti suoi figli, e non importa se bianchi, neri, uomini, donne, sani e malati, bambini o anziani.
Ma per gli uomini sarà sempre cosí, considereranno il diverso, diverso in peggio.
A volte si è razzisti per il semplice motivo di non assumersi le proprie responsabilità, perché quando succede qualcosa sono sempre gli stranieri a sentirne le chiacchiere. In televisione ne sentiamo di tutti i colori.
Anche se non esistono più pullman per i banchi e per i neri le discriminazioni restano, restano nella mentalità della gente.
Prima eri schiavo se nascevi da genitori schiavi, oggi sei extracomunitario se nasci da genitori stranieri e non è necessario nascere in Italia sarai comunque un emigrante, anche se non sei mai emigrato.
La legge non è la verità. La legge è solo un riflesso di essa. In tribunale troviamo la famosa frase “La legge è uguale per tutti”, ma quel “TUTTI” non è ben specificato. Allora se ci fosse un politico, in tribunale, non credo che sconterebbe la stessa pena di un uomo comune. Anche questa è discriminazione. E poi parliamo di pace, ma quale pace può esserci in queste condizioni! Solo a dirne la parola mi si gela il sangue. La parola Pace va detta con il cuore e non sapendo tutte le ingiustizie che noi stessi facciamo a danno di altri.
Parliamo di integrazione?! Ma quale integrazione puó esserci se per il nostro orgoglio, per il nostro sentirci superiori non riusciamo neanche a guardare in faccia l’altro, per non parlare di ascoltarlo.
La cosa migliore sarebbe mettersi nei panni di chi sta dall’altra parte, di chi si sente umiliato, privato della propria dignità di uomo, offeso, deriso, insultato, disprezzato! Credo che ci sentiremo tristi, soli, amareggiati. Ma allora viviamo in uno schifo di mondo, in cui il pensiero e la supremazia, vanno oltre qualsiasi limite? Basta, diciamo no al razzismo, diciamo no alla guerra. Perché il razzismo porta solo alla guerra. Siamo noi a decidere il nostro destino e non sarebbe bello insegnare alle generazioni future di scartare, rifiutare e non accogliere un amico, diverso solo di pelle, di religione o di cultura.
La cosa più bella è che i bambini non fanno distinzioni di etá, di pelle o quant’altro, e proprio i bambini, a volte, sembrano più UMANI degli adulti stessi.
Argomenti: Razzismo
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