Robert Elsie ci ha lasciato e ci ha lasciato un lavoro davvero immenso che non ci abbandonerà mai più. Ci ha lasciato un’opera senza la quale molti, studiosi e appassionati di tutto il mondo, poco saprebbero o sapranno della grande storia letteraria d’Albania.
Si può dire, senza ombra di dubbio, che Robert Elsie sia stato lo studioso che più d’ogni altro ha saputo portare in superficie, rendendola chiara e disponibile a tutti, l’intelaiatura filologica, linguistica, storica, critica del tumultuoso e contrastato fenomeno letterario albanese.
Pubblicate anche in lingua inglese le sue sono storie letterarie che hanno gettato una nuova e alta luce sul lungo periodo della letteratura albanese, dal Medioevo ai nostri giorni; sono storie letterarie di portata enciclopedica che, in una prospettiva di lunga durata e su vasta scala, mostrano quali siano i tratti ideologici ricorrenti, i temi, le figure mitiche e retoriche, il mosaico dei simboli come anche le espressioni proverbiali e linguistiche che vi s’intrecciano, in un continuo avvicendarsi di riprese, scomparse improvvise e di ritorni.
Credo che le storie della letteratura albanese realizzate da Robert Elsie siano oggi ineludibili per chiunque voglia inquadrare un particolare autore, repertorio o aspetto poetico nel quadro più generale della storia culturale albanese ed europea; così vale anche per il suo Dizionario storico degli albanesi completato negli ultimi anni di vita.
Opere straordinariamente documentate, piene di dati, informazioni, esemplificazioni, testimonianze, aneddoti, riferimenti bibliografici ma non per questo confuse o asistematiche. Al contrario gli studi enciclopedici di Robert Elsie brillano per sistematicità, metodo, controllo delle fonti, coerenza storica e teorica; il lettore non vi si perde anzi trova in Elsie una guida, chiara e lucida, all’insieme delle possibilità interpretative con cui guardare ai vari aspetti dell’Albania fatale, quella poetica e letteraria.
Un assoluto rigore scientifico che però fa propria anche la volontà divulgativa che trova applicazione nel grande portale web che lo studioso ha realizzato e che rimarrà a disposizione di tutti coloro che vogliano addentrarsi nelle parole, nelle personalità, nelle immagini, nei sentimenti, nei drammi dell’Albania di ieri e di oggi.
Anch’io mi rivolsi alle sue opere e a lui personalmente quando, dal 2002, cominciai ad avventurarmi nel complicatissimo percorso antropologico dal quale, posso dire, non sono ancora uscito, nonostante la pubblicazione nel 2014 del voluminoso Prometeo in Albania. Passaggi letterari e politici di un paese balcanico
Nel tentativo di rintracciare il “prometeismo” che caratterizza e fa della letteratura albanese contemporanea forse il principale strumento di trasformazione o di transizione politica del paese, mi rivolsi a lui con delle lettere.
Gentilissime e puntualissime furono le risposte, le conferme e le sollecitazioni che ricevetti dallo studioso. Poi ebbi modo di conoscerlo a Tirana nel 2015, all’Accademia delle Scienze.
Lui aveva già letto il mio studio sul prometeismo albanese che gli avevo inviato qualche mese prima in Germania dove viveva e tenne a mostrarmi il suo interesse dovuto anche al fatto che, in precedenza, lui aveva già studiato il simbolismo prometeico nella poesia di Visar Zhiti che aveva tradotto in inglese, nella bellissima antologia ed esegesi critica intitolata “The Condemned Apple” uscita a Los Angeles nel 2005.
E mi colpì come nel parlare fosse capace di trovare di ogni singolo aspetto ogni riferimento letterario, artistico, folklorico, cinematografico, poetico-musicale. Robert Elsie aveva una profonda cultura enciclopedica oggi più che mai rara.
Così, anche dopo la sua scomparsa, le sue opere restano come miniera di informazioni atte a testimoniare come il suo accuratissimo sapere specialistico non rimanesse fine a se stesso o alimentato soltanto da prospettive di tipo localistico ma come, al contrario, mettesse capo a più nuovi, ampi e ambiziosi scenari di conoscenza dove s’incrociano dati, campi, prospettive, intuizioni.
Basti infatti scorrere la vastissima bibliografia delle opere prodotte dallo studioso per rendersi conto della continua corrente dialogica da lui stesso instaurata e sempre mantenuta tra il livello del particolare e quello del generale; tra l’attenzione meticolosa con cui traduce e indaga il grande poema di Gjergj Fishta o le poesie di Visar Zhiti e quella con cui sa scovarvi aspetti e figurazioni che ne fanno frutti brillanti di una più ampia storia culturale albanese.
Ciascuno dei numerosi saggi storici, glottologici e filologici con cui Elsie approfondisce specifici tratti della storia linguistica e letteraria albanese, rappresentano infatti tessere di un più generale mosaico culturale che lo studioso delinea, fino alla fine, nelle opere di più vasto respiro.
In questo senso, se rimane indispensabile a chi continuerà ad avventurarsi nell’aspro, dolce terreno dell’albanologia, quella di Robert Elsie rimarrà per sempre una lezione perseverante e amorevole di Umanesimo.
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