La situazione degli extracomunitari in Italia è paradossale. Se già si conoscono le tempistiche infinite della normale burocrazia, oltre ai suoi cavilli tecnici che rendono tutto ancora più incomprensibile, forse sfugge il livello di assurdità che essa può raggiungere per quanto concerne gli stranieri.
Nel mio caso specifico, ma so che vale anche per chi viene da altri Paesi, il fatto di essermi trasferita qui dall’Albania nel lontano 1996 non ha certamente portato a grossi cambiamenti dal giorno del mio arrivo. Anzi, di anno in anno le procedure sembrano infittirsi e i documenti richiesti diventano sempre di più.
Motivo per il quale, pur avendo vinto una borsa di studio Erasmus, mi sono stati chiesti non solo carta d’identità-passaporto-permesso di soggiorno-visto-CASELLARIO GIUDIZIALE, ma addirittura un garante che guadagnasse almeno 1.500 euro netti al mese, del quale fornire dati e numero di carta di credito, per avere la certezza che, nel caso in cui io non avessi potuto (o voluto? chissà perché credo che questo fosse il sospetto implicito) pagarmi il biglietto di ritorno, i soldi sarebbero stati direttamente prelevati dal suo conto.
La situazione diventa ancora più ridicola se si pensa ai nuovi passaporti biometrici. Inizialmente erano stati introdotti in Albania per chi doveva uscire dal Paese, poi il problema si è esteso anche agli albanesi che vivono fuori dall’Albania, i quali si sono improvvisamente ritrovati a poter rientrare nel Paese d’origine senza però poterne uscire nuovamente se non dopo aver rinnovato il passaporto.
Per chi vive regolarmente in altre nazioni era stato allora stabilito che i vecchi passaporti rimanessero validi fino alla scadenza. Anche perché, come nel mio caso, c’è chi sembrerebbe essere a pochi mesi di distanza dalla cittadinanza. Sembrerebbe, perché per quanto mi riguarda ho fatto la richiesta quattro anni e mezzo fa. Doveva arrivare entro 720 giorni.
È passato più del doppio del tempo, e della cittadinanza nemmeno l’ombra. E non c’è nessuno a cui puoi chiedere informazioni, delucidazioni, previsioni sulle tempistiche. Un tempo c’era un numero di telefono, che rimandava semplicemente al sito del ministero sul quale ci si consuma le dita a premere F5 senza che nulla cambi, per anni. Alla fine anche il numero di telefono è scomparso, e sul sito hanno espressamente richiesto di non essere disturbati. Devono essere davvero molto impegnati, la loro efficienza ne è la prova.
D’altronde la cittadinanza è necessaria, poiché garantisce il passaporto italiano. Era perciò plausibile che quello albanese venisse lasciato in corso di validità. Eppure qualcuno non l’ha trovata un’opzione valida, e dal 1 marzo 2012 tutti i passaporti sono improvvisamente scaduti. Senza che nessuno venisse avvertito per tempo.
Le informazioni te le devi cercare da solo, non si preoccupano di fornirtele né il tuo Paese d’origine né quello nel quale vivi regolarmente da anni. Il che ti fa sentire in un limbo di non-appartenenza, ostilità ed esasperazione veramente stancanti. Se quindi i vecchi passaporti non valgono più e quelli nuovi non ci sono ancora, qual è l’alternativa? Ovviamente pagare 108 euro per quello biometrico. O rimanere reclusi nei confini italiani fino all’arrivo della cittadinanza. Senza poter nemmeno tornare in Albania a visitare eventuali parenti rimasti là.
Ma anche questo sistema sembra avere le sue falle. Infatti chi è albanese non può viaggiare in aereo senza passaporto biometrico, ma può spostarsi entro i confini di Schengen in pullman o in auto, purché si abbia un permesso di soggiorno in corso di validità. Quindi in aereo no, in auto sì. Mi sfugge la logica, ma sorvoliamo.
D’altronde c’è sempre la mente illuminata che, davanti alle critiche verso certi sistemi italiani, ti invita a tornartene al tuo paese. Che strano, avrei detto che il mio paese fosse quello in cui i miei genitori pagano le tasse da quasi vent’anni, quello in cui mi sono diplomata e laureata, quello in cui studio e lavoro. Ma in fondo non ci si può fare nulla, decide per te chi ha avuto la fortuna di nascere dove tu sei solo ospite.
E lo rimarrai, perché non sarà l’ennesimo pezzo di carta in più a cambiare le cose. La cittadinanza non significa nulla se l’integrazione viene pretesa da una parte sola.
Pubblicato sul OcchiAperti.net del 10 dicembre 2013. Opinione di Klejdia Lazri