Nei giorni scorsi è passata sottotono una decisione del governo albanese a rimandare al 31 dicembre 2019 la data di entrata in vigore del Decreto del Consiglio dei Ministri n. 633 del 26.10.2018.
Ma andiamo per ordine.
Con il Decreto n. 633 del 26.10.2018, che seppur con un titolo impossibile e decisamente propagandistico, il Governo albanese ha gettato le basi per una nuova ed incisiva strategia a lungo termine a beneficio dell’ambiente.
L’obbiettivo di questo atto importante è la difesa dell’ambiente dalle emissioni inquinanti delle auto usate che possono essere importate in Albania o che sono già sul territorio.
Il Decreto, rivolto ai mezzi adibiti al trasporto dei passeggeri e delle merci, stabilisce che le autovetture usate che possono accedere nel territorio ed essere iscritte al registro automobilistico albanese devono appartenere alla classe ambientale Euro 4 e devono essere state prodotte non più di 10 anni prima dalla iscrizione in Albania. Per tutti gli altri automezzi, come i camion e gli autobus, la categoria permessa è quella Euro 3 e la data di produzione non può essere anteriore ai 15 anni.
Il decreto, cosi come approvato il 26 ottobre scorso, avrebbe iniziato a produrre i suoi effetti dal 28 febbraio 2019 ma, con le ultime modifiche il termine si sposta al 31 dicembre 2019.
Per qualcuno il rinvio potrebbe essere una cosa da poco, visto che si tratta solo di 10 mesi, ma la portata di questa modifica, per chi scrive, getta un’ombra nelle intenzioni della politica albanese per una strategia più ampia nella difesa dell’ambiente e del territorio.
Il Ministro delle Infrastrutture e della Energia albanese, Balluku, dichiarava il 27 febbraio scorso che i motivi che hanno indotto il governativo a questo rinvio sono le esigenze dei vari gruppi di interesse, tra cui i consumatori, i quali si sono fortemente opposti alla misura.
Ora, la prima domanda che mi pongo è: Perché queste consultazioni diffuse non si sono fatte prima del Decreto, evitando cosi la confusione che ha generato la modifica in corso?
Sono stata tra le prime ad applaudire il decreto in questione poiché, come milioni di persone, il mio interesse sul clima non è soltanto un modo per passare il tempo in letture impegnate. Inoltre, sono da sempre una sostenitrice accanita delle scelte impopolari del Governo albanese, ove giuste, come per ultimo il divieto del gioco d’azzardo, rovinando in questo modo amicizie di lunga data durante le discussioni nei bar.
Per tutti questi motivi, quando ho letto il decreto sono stata felicissima, anche perché se nè parlava da anni e nulla si stava facendo. Ma il mio entusiasmo è durato poco.
Negli ultimi giorni ho sentito anche il parere delle persone che operano sul mercato, i quali evidenziano ciò che è davanti ai nostri occhi da anni, ossia lo stato delle auto usate che entrano in Albania. Nei porti di Durazzo e Valona si vedono mezzi che fanno grande fatica a “stare in piedi” e gli unici che forse ne guadagnano qualcosa sono da anni i meccanici. Ma vogliamo parlare della mancata sicurezza sulle strade, dell’inquinamento diffuso e di un mercato dell’usato congelato e che non produce valore aggiunto.
Molti albanesi si recano addirittura in Germania per comprare le auto usate poiché non si fidano del mercato interno della rivendita che con poca lungimiranza blocca una misura che porterà beneficio per tutti i gruppi di interesse. E poi si sa, comprare una macchina per usarla per qualche anno e poi buttarla via non è di certo un affare.
Per non parlare del fatto che i consumatori possono trovare auto con prezzi adeguati alle loro tasche anche nella fascia pensata dal Governo con il Decreto. E’ decisamente compito della politica l’educazione dei consumatori, offrendo ai cittadini i numeri e le statistiche che raccontano una storia pessima della situazione attuale nel nostro paese.
In Albania la vita media delle auto è di 20 anni, una delle più alte nella regione. Dalla misera situazione del parco auto deriva un numero più alto di incidenti e una perdita più alta di vite umane con tutto ciò che ne consegue.
Vogliamo andare avanti in questo modo ancora per tanto?
Quello che mi auguro è che questa misura importante non venga ulteriormente rinviata e che il governo albanese cominci ad accompagnarla con strumenti a sostegno come i finanziamenti agevolati e il bonus a seguito della demolizione.
Solo così possiamo sperare anche in una diffusa approvazione da parte di tutti i gruppi di interesse, sperando che tutto ciò sia soltanto l’inizio di un bel percorso verso un ambiente meno inquinato.