Per noi modesti albanologi, la scomparsa di Robert Elsie – definito da S.E. Visar Zhiti: «il più grande albanologo del mondo esistito fino ad oggi» – è una perdita incolmabile, sofferta ed inattesa.
Non eravamo a conoscenza che il Dr. Elsie soffrisse della rarissima malattia del motoneurone, e apprendere la sua scomparsa lo scorso 2 ottobre a Berlino all’età di 67 anni, ci ha sbigottiti e gettati nel più profondo sconforto.
Però non ci rassegneremo alla sua morte, in quanto com’è scritto nell’Apocalisse di Giovanni: «Sì, dice lo Spirito, riposeranno dalle loro fatiche, perchè le loro opere li seguono» (14, 13) – le Sue opere lo vivificheranno in eterno quanto le montagne della Sua e nostra amata Albania, dov’egli – alla vigilia della propria dipartita – ha chiesto di essere seppellito.
Furono due le condizioni favorevoli che la Madrepatria Adottiva Albanese creò tempo prima al “figlio suo”, affinché il grande albanologo potesse dedicarsi ad essa con l’anelito più intenso.
Una dovuta alla cittadinanza canadese di Elsie, di origini tedesche. Diciamo questo poiché le relazioni internazionali dell’Albania socialista non obbligavano affatto che uno Stato con cui stabilire rapporti fosse marxista, anche ciò, ma quello che interessava prima di tutto erano i contatti di vicendevole aiuto e simpatia.
Quando iniziarono a trapelare a livello internazionale i dissidî fra Albania ed Unione Sovietica, il 9 giugno 1961 a Londra, fu desecretato l’intervento di Enver Hoxha alla Conferenza degli 81 partiti comunisti a Mosca (10 novembre-1° dicembre 1960), 120 ore dopo il fallimento del vertice di Vienna fra Chruščëv e il presidente statunitense Kennedy (4 giugno 1961).
Questi comportamenti destarono l’attenzione dell’Occidente che riconobbe all’Albania, il merito di aver evitato una presenza sovietica stabile nell’Adriatico e quindi nel Mediterraneo. Occidente europeo che non fece niente per aiutare il Paese che versava in condizioni critiche, poiché nel frattempo Mosca negò a Tirana l’invio di grano promesso dai trattati, rendendo la situazione interna del Paese mediterraneo alquanto grave e penosa con il silenzio totale pure del piccì nostrano.
Il 3 agosto 1961 la delegazione albanese, capeggiata da Ramiz Alia, su proposta di Walter Ulbricht, Primo Segretario del Partito Socialista Unitario della Germania Democratica (est), fu esclusa dalla riunione dei rappresentanti dei partiti al potere nei Paesi del Patto di Varsavia, che si erano riuniti a Mosca sulla questione del trattato di pace con la Germania (3-5 agosto 1961): quegli Stati erano intenzionati ad affamare l’Albania.
E qui giunse il Canada.
Quattro giorni dopo la fine dell’incontro, il Ministro canadese dell’Agricoltura, Francis Alvin George Hamilton, il 9 agosto 1961 annunciò ad Ottawa che, su disposizione del governo della Repubblica Popolare della Cina, parte dell’acquisto di grano doveva essere inviato in Albania, pari a oltre 80 mila tonnellate del valore di tre milioni di dollari d’allora; questo con l’accordo del governo canadese, verso cui l’Albania fu riconoscente. Pur stabilendo rapporti diplomatici col Canada solo nel 1987 – ossia più di dieci anni dopo che Elsie iniziò a recarsi in Albania – l’amicizia fra i due popoli e Paesi si mantenne costante.
Un altro fatto altrettanto fondamentale per comprendere meglio come un cittadino lontano di un Paese del Continente nord-americano potesse diventare il più grande albanologo di tutti i tempi lo illustriamo in breve.
Elsie dopo la laurea in Lettere Classiche e Linguistica, conseguita all’Università della Columbia Britannica di Vancouver (Canada) a ventidue anni nel 1972, iniziò una serie di studi in Europa, comprendenti le iscrizioni, tra le altre, all’Università Libera di Berlino (ovest) e all’Università di Bonn, ove nel 1978 ottenne il dottorato in Linguistica e Studi Celtici.
Al contempo fu uno dei pochi cittadini occidentali, a poter viaggiare regolarmente, dalle seconda metà degli anni Settanta, nella chiusissima Albania di Enver, per due determinate ragioni.
Elsie era canadese, e si recava colà quale componente dell’Istituto di Linguistica dell’Università di Bonn. Bonn, capitale della Germania Federale con la quale l’Albania socialista, pur non avendo relazioni diplomatiche intratteneva ottimi e cordiali rapporti anche commerciali da molto tempo. Si pensi che nel 1964 le importazioni dalla Germania Federale erano pari a 38,1 milioni di vecchi lekë, e le esportazioni a 5,2.
Coloro che scrivono questo articolo hanno la presunzione di conoscere almeno un po’ l’Albania e non credere alle coincidenze. Siccome ancora una volta il 1987 appare quale anno pure dello stabilimento delle relazioni diplomatiche fra Albania e Germania Federale, noi non abbiamo dubbio alcuno che fu lo stesso Dr. Robert Elsie a mediare fra Tirana, Ottawa e Bonn la ripresa ufficiale dei reciproci affari esteri.
Gloria eterna alla Sua Opera.
di Giovanni Armillotta, Pino Montagna, Giovanni Nappi
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