“E insomma, oggi è l’ItalialovesAlbaniaday”, mi scrive stasera Salvo, un amico scrittore di Palermo.
Intanto il telegiornale delle 20 è quasi finito, quello di La7 – che guardavo io – ha dedicato ampio spazio all’arrivo dei medici e degli infermieri dall’Albania e alle parole di fratellanza e riconoscenza pronunciate dal Primo Ministro Edi Rama.
Mentre le immagini scorrono sullo schermo arrivano altri messaggi.
“Siete un grande popolo”, mi scrive Antonio dalla Calabria, “questo gesto ha fatto veramente onore al tuo Paese e all’amicizia con l’Italia” dice Andrea, amico cooperante di Lecce che conosce l’Albania da molti anni. Michelangelo, il mio professore all’Università di Torino, giudica anche lui bellissimo il gesto, “che ho accolto a nome di tutti i miei studenti albanesi” mi scrive.
E poi ci sono i social!
I miei amici Arbëreshë rispolverano detti antichi e foto recenti degli scambi culturali sempre più intensi tra loro e l’antico Paese d’origine. Gli albanesi d’Italia – fieri – spiegano che non c’è molto di cui stupirsi perché questi gesti sono nel DNA della nostra cultura.
Ma soprattutto ci sono i post di riconoscenza degli italiani. Francesco – un signore per me fino a oggi sconosciuto – lancia la proposta di fare tutti le vacanze in Albania appena sarà possibile.
“Riempiamo le loro strade, i loro alberghi, i ristoranti per dire grazie in maniera tangibile e concreta”, scrive seguito da molti suoi amici che apprezzano. Probabilmente persone che fino a ieri non avevano la minima intenzione di visitare questo Paese e che forse ignorano perché è detto Paese delle aquile. A volte ci dimentichiamo che sono ancora molti gli italiani che non ci conoscono a fondo nonostante alcune strade di Tirana riecheggino di parlate del Belpaese.
Ecco, forse questo è il punto: finalmente oggi sembra che un muro invisibile si sia definitivamente sgretolato e gli italiani tutti – anche quelli mai stati in Albania, anche coloro che non hanno mai incrociato un albanese o un Arbëresh sul cammino della loro vita – si sono accorti di quanto gli albanesi amino l’Italia, di quanto siano riconoscenti alla costante presenza italiana di aiuto e di accompagnamento.
L’ultimo atto in questo senso è stato dopo il terremoto che ha colpito l’Albania il 26 novembre 2019. Per aiutare la popolazione in Italia è partita una mobilitazione capillare, a tutti i livelli istituzionali e coinvolgendo moltissime realtà della società civile.
Prima c’è stato molto altro, ci sono stati anche momenti bui e difficili da superare ma sono alle nostre spalle oggi. E c’è una comunità di albanesi in Italia che lega indissolubilmente le due sponde, una comunità che ha definitivamente abbracciato la propria duplice identità, albanese e italiana insieme, e ne sta facendo sempre di più motivo di orgoglio e ricchezza.
Questo è il nostro oggi di amore reciproco, finalmente corrisposto appieno. Un sentimento bellissimo! Ma domani nella nostra amata Italia la tentazione di chiudersi tornerà mentre sale la paura. Nel Paese in piena crisi economica – che si avvicina pericolosamente al crinale del conflitto sociale – è dietro l’angolo la tentazione di trovare capri espiatori.
Già oggi tra chi sta pagando il conto più salato della crisi ci sono gli immigrati, tra cui anche gli albanesi. Ma oggi non pensiamoci. Oggi è l’ItalialovesAlbaniaday e ce lo vogliamo godere fino in fondo!