Dopo la visita dell’Alto Rappresentate UE Federica Mogherini a Tirana il 18 Aprile 2018, nella quale si è tanto parlato del possibile avvio dei negoziati per l’adesione nell’Unione Europea dell’Albania, i giornali albanesi ed in particolar modo i social network sono esplosi di gioia.
“CONGRATULAZIONI ALBANIA” è stato il messaggio più ricorrente sui vari profili social. Anche i giornali italiani hanno dedicato ampio spazio, ad esempio Il Fatto Quotidiano ha commentato «Unione Europea, Albania e Macedonia promosse dalla Commissione: “Via libera ai negoziati per l’adesione”».
Già, perché il 17 Aprile 2018 la Commissione Europea ha adottato, come ogni anno, il nuovo pacchetto di allargamento includendo sette rapporti individuali riguardanti i progressi e le riforme ancora necessarie dei paesi dei Balcani occidentali candidati all’UE, inclusa anche l’Albania.
Secondo il Presidente della Commissione Europea Jean-Claude Juncker, il 2025 sarà l’anno decisivo per l’allargamento dell’UE e per l’entrata in essa dei paesi dei Balcani, ma in tutto ciò bisogna specificare una cosa.
Le negoziazioni ufficiali sono state avviate solo con due paesi dei Balcani, ovvero con la Serbia (28-06-2013) e con il Montenegro (29-06-2012), mentre sono rimasti fuori da queste negoziazioni gli altri quattro paesi balcanici: Albania, Kosovo, Bosnia e Macedonia.
Qualcosa però sembra muoversi.
In data 17 Aprile 2018, l’Alto rappresentante dell’UE Federica Mogherini ed il commissario UE all’Allargamento, Johannes Hahn, hanno raccomandato al Consiglio Europeo, in seduta parlamentare a Strasburgo, di avviare le negoziazioni di accesso all’UE anche con l’Albania e la Macedonia, questo in luce dei progressi registrati dai due paesi negli ultimi anni.
Ma l’ultima parola spetterà ai 28 leaders europei che si riuniranno al “Palazzo Europa” di Bruxelles al summit del 28 Giugno 2018, saranno loro a decidere e probabilmente non tutti sono così fiduciosi, Francia e Germania in primis.
È presto per cantar vittoria.
Certo, l’Albania ha fatto grandi progressi in questi ultimi anni, ma come si evince dal rapporto annuale della Commissione Europea il paese risulta ancora moderatamente preparato nelle cinque aree chiave:
- riforma della pubblica amministrazione;
- riforma giudiziaria;
- lotta alla criminalità organizzata;
- lotta alla corruzione;
- riforma e tutela dei diritti umani.
Diciamo da subito che, se non fosse stato per il cammino intrapreso con l’Unione Europea ormai nel lontano 2003 (ASA – Accordo di Stabilizzazione ed Associazione), probabilmente l’Albania non avrebbe implementato le riforme fino ad ora sostenute.
Grazie al percorso avviato e targato UE, i cittadini albanesi possono usufruire della libertà di circolazione all’interno dell’area Schengen già da Dicembre 2010.
Grazie al supporto europeo IPA (Strumento di assistenza di Pre-Adesione) i figli degli albanesi, ad esempio, hanno la possibilità di partecipare alla mobilità studentesca UE (ERASMUS) dal 2014.
Dal punto di vista economico, l’Albania non avrebbe beneficiato di 594 milioni di Euro nel periodo 2007-2013 (IPA I) e di altri 649,4 milioni di Euro nel periodo 2014-2020 (IPA II), denaro destinato agli investimenti in settori chiave come la democrazia, rule of low, trasporti, competitività e crescita.
L’Europa rappresenta così il principale partner economico del paese, soltanto nell’anno 2016 le esportazioni dell’Albania verso l’Europa hanno raggiunto i 2,8 miliardi di Euro, mentre l’importazione ha raggiunto circa 4,8 miliardi.
Fondamentale è risultato essere anche l’intervento dell’Europa dopo le calamità naturali che hanno colpito il paese, basti pensare ai circa 15 milioni di Euro a sostegno delle popolazioni dell’Albania del nord in seguito all’alluvione del 2015.
L’elenco degli interventi finanziari sostenuti dall’Unione Europea è veramente lungo, dimostrazione questa di quanto l’UE stia puntando sull’Albania, ma quante reali possibilità ha quest’ultima di entrare a breve nell’UE?
Durante l’incontro di Tirana, Federica Mogherini, ha metaforicamente fatto riferimento ad una “gara di Formula1“, gara in cui si ritroveranno i paesi dei Balcani al momento del “semaforo verde” dell’avvio delle negoziazioni.
Presupponendo che a Giugno il Consiglio Europeo dia l’ok, con l’unanimità dei voti, per l’apertura delle negoziazione con l’Albania, quest’ultima entrerebbe in una gara già avviata e gareggerebbe con due “avversari” come il Montenegro e la Serbia, i quali si trovano in questa competizione già dal 2012 (Montenegro) e dal 2013 (Serbia).
Ammettendo nuovamente che il Consiglio Europeo a Giugno dia il via libera ed ammettendo che, il percorso che l’Albania andrà ad adottare seguirà sicuramente quello intrapreso in precedenza dai due concorrenti in gara: Serbia e Montenegro, potremmo tentare di fare una prevvisione di quelli che saranno i tempi necessari prima che il “Paese di fronte” arrivi ad entrare a far parte della grande famiglia
europea.
Ripercorrendo le tappe fondamentali dall’apertura dei negoziati di Serbia e Montenegro, rispettivamente datati 2013 e 2012, i due paesi ex jugoslavi hanno completato ad oggi soltanto il 5,71% e l’8,5% dei loro obiettivi.
Infatti, i negoziati conclusi dalla Serbia e dal Montenegro con l’Unione Europea sono soltanto 2 – 3 su 35 complessivi .
Entrando nello specifico, risultano completati i negoziati che teoricamente richiedono meno sforzi, ovvero quelli inerenti a “scienza e ricerca” ed “educazione e cultura”, mentre il Montenegro, il quale ha avviato i negoziati un anno prima della Serbia, è riuscito a completare anche il negoziato inerente alle “relazioni estere”, negoziazione molto più difficile da realizzare per Belgrado visti i rapporti ancora tesi
con il Kosovo.
Fatto questo breve excursus e prendendo per buone le dichiarazioni del Presidente della Commissione Juncker, il quale durante il suo discorso d’insediamento nel 2015 ha dichiarato che il 2025 sarebbe stato l’anno dell’allargamento dell’Unione Europea nei confronti dei paesi dei Balcani, si può concludere che Serbia e Montenegro dovrebbero fare in 7 anni più del 90% delle riforme richieste dall’Unione Europe e concludere questo percorso con l’adesione dopo rispettivamente 12 e 13 anni, un’impresa non da poco se si calcolano i piccoli passi fatti in avanti fino ad oggi (5,71% – 8,5%).
Per quanto riguarda l’Albania, potete immaginare da soli.
Se mantenesse il ritmo del Montenegro e della Serbia, dovrebbe vedere l’UE nel 2088 nel primo caso e nel 2105 mantenendo il passo della Serbia.
Ovviamente queste sono soltanto delle simpatiche statistiche, calcolando i 12/13 anni impiegati da Montenegro e Serbia se le dichiarazioni di Juncker dovessero avverarsi, l’Albania dovrebbe entrare nell’Unione Europea nel 2030 circa.
Calcolando gli anni trascorsi dal primo approccio con l’UE, datato 2003 con l’ASA, l’Albania potrebbe segnare il processo d’adesione più lungo della storia dell’UE, con circa 28 anni di attesa.
Altrimenti, prendendo sempre per buono il 2025 citato dal presidente Juncker ed il semaforo verde di GIugno, l’Albania potrebbe accorciare i tempi e riuscire ad entrare così in UE in soli 7 anni di negoziati.
Insomma, in poche parole il percorso risulta essere ancora lungo e la “Ferrari” ha bisogno di manutenzione continua per arrivare alla bandiera a scacchi.
Intanto io sono pronto a scommettere e mi segno come anno della verità il 2030, sperando di non sbagliarmi.
A. AGALLIU / I. CAGNACCI