Freccia in giù per l’Albania per quanto riguarda la libertà di stampa. E nemmeno l’Europa va tanto bene. E’ quanto emerge dal rapporto annuale di Reporter senza frontiere (Rsf) sulla libertà di stampa nel 2009.
L’Albania quest’anno si trova al 88esimo posto. “Diciotto anni dalla caduta del comunismo – ricorda Rsf – l’Albania ha ufficialmente ratificato il trattato d’adesione all’Alleanza Atlantica il 4 aprile 2009. Questo passo, unanimemente sostenuto dai media e dalla classe politica (specialmente dal Partito democratico del Premier Sali Berisha) è sembrato come un ‘miracolo di libertà’ dal quale avrebbero approfittato anche i media”.
“Ma la vivacità e la crescita del settore mediatico non assicura un vero pluralismo delle notizie e dell’informazione. Il giornalismo investigativo rimane in fase embrionale e incontra difficoltà nel trovare uno spazio suo all’interno di una stampa che appartiene ai grandi gruppi industriali, i quali cercano di proteggere la propria sfera d’influenza”.
Difficoltà che proviene anche da “partiti politici che troppo spesso confondono le notizie con la propaganda”. Secondo Rsf, i giornalisti albanesi soffrono di una “mancanza di stabilità finanziaria e sociale” che, “collegata all’assenza di un contesto legale sull’esercizio della professione, abbandona i reporter alla mercé di decisioni arbitrarie, che portano ad un maggior livello della corruzione”.
“Il controllo dei media pubblici da parte del governo è onnipresente”, dice il rapporto, secondo il quale i media privati, nonostante godano di maggiore libertà, “non sono protetti da diverse forme di pressione. Eccessivi costi per i servizi pubblici, diminuzione della pubblicità e tassazione sono tutte armi ‘legali’ per promuovere l’auto-censura, che ormai è palese nella maggior parte dei media”.
L’Europa e l’Italia
Quest’anno va male anche l’Europa che – secondo Rsf – non può più dare l’esempio nel mondo in quanto a libertà di stampa. “E’ preoccupante vedere certe democrazie europee come, la Francia, l’Italia e la Slovacchia costantemente precipitare nelle classifiche, anno dopo anno”, ha detto Jean-Francois Julliard, segretario generale di Reporter senza frontiere.
“L’Europa deve dare l’esempio quando si tratta dei diritti civili. Come puoi condannare la violazione dei diritti umani in altre parti [del mondo] se poi non ti comporti diversamente a casa tua? L’effetto Obama, che ha permesso agli Stati Uniti di scalare 16 posti nella classifica, non è abbastanza per rassicurarci”, ha detto.
Ogni anno Reporter senza frontiere accumula prove fornite da giornalisti o esperti dei media per poi creare la classifica dei vari Paesi sulla libertà di stampa.
Mentre i primi 13 posti sono occupati da Paesi del Vecchio Continente, quest’anno Francia e Slovacchia sono scivolate al 44esimo posto. L’Italia, che si trova al 49esimo posto, è messa ancora peggio perdendo 5 posizioni in un solo anno.
Le motivazioni sono dure: “Lo stato della libertà di stampa in Italia […] sta preoccupando sempre di più i suoi vicini europei. La presa di gruppi mafiosi sul settore mediatico si sta rafforzando e obbliga tanti giornalisti a fare attenzione dove mettere i piedi. Il ritorno al potere di Silvio Berlusconi riporta d’attualità la questione della concentrazione mediatica e del controllo governativo. La riforma legislativa che vieterebbe la pubblicazione di alcune fasi [dei procedimenti] legali è incompatibile con gli standard democratici dell’Unione europea”.