Il leader della Lega, Umberto Bossi, ha delle perplessità sul piano case annunciato dal premier Silvio Berlusconi: “Non vorrei che facessimo le case per darle agli extracomunitari. Non vorrei che l’errore fosse quello”. Bossi, a margine di un incontro a Novara, ritiene che comunque il piano case possa essere varato, ma con dei correttivi: “Va studiato molto bene, con dei limiti e degli indirizzi precisi”. È quanto riportato dal quotidiano La Repubblica del 8 marzo 2009.
Ormai, l’immigrazione è diventata il leit motiv di tutte le disgrazie in Italia, come se il 7% della popolazione fosse la fonte dei problemi del restante 93 %. Il governo annuncia riforme e misure eccezionali, spesso discutibili, per la gestione della crisi e subito scatta l’anti-immigrazionismo della Lega Nord. Per molti il linguaggio utilizzato dal Caroccio è solamente folclore, e sostanzialmente nei fatti non ci sia del sentimento anti-immigrazione. Inizialmente, la campagna anti-immigrazione ha riguardato i clandestini, sostenendo che chi invece “vive qui in Italia regolarmente avrà gli stessi diritti dei cittadini italiani”. Parole del Ministro dell’Interno Roberto Maroni. Nell’attuale contesto di crisi globale, molti migranti stanno perdendo il lavoro come i loro colleghi italiani, e rischiano di precipitare nella clandestinità, grazie al meccanismo perverso inserito dalla legge Bossi-Fini che lega la permanenza in Italia all’esistenza di un contratto di lavoro. Nonostante la drammaticità del momento, assistiamo continuamente ad una carneficina mediatica nei confronti dei migranti comunitari e non, senza nessuna distinzione. Una forza politica, parte della compagine governativa, non può fomentare l’odio tra le persone di diversa provenienza solamente per evocare emozioni di pancia dell’elettorato reale e potenziale. Agendo in questo modo spesso non si riescono a gestire le reazioni dei cittadini e si può arrivare ad avere punte di tensione sociale non indifferenti, situazioni di cui il paese non ha bisogno in questo momento.