La sera del 12 dicembre,vigilia di S.
Lucia, è una notte magica per migliaia di bambini italiani che siaggrappano a questa favola con tutte le loro forze, disponendo sul tavolo della cucina un bicchiere di latte per l’asinello ed un pezzo di pane per la Santa, cheverrà a trovarli durante la notte, mentre tutti dormono. Tra un giocatolo posato lì ed un altro là, probabilmente le verrà fame, e ad alleviare la sua stanchezza i bimbi le preparano uno spuntino. Così S.
Lucia insegna la solidarietà!In questo mondo fatto d’economia e dove le feste sono diventate quasi esclusivamente commerciali, ci si chiede se la metafora dei regali che porta la Santa sia compresa dai più. Ma in un mondo che rincorre lo Spread sembra non vi sia spazio per lezioni che aiutino veramente a crescere.
Abbiamo diviso in categorie il nostro globo. Tra le principali( e a loro voltasuddivise in tante altre) ci sono i bambini di serie A e quelle di serie B, vale a dire quelli con i diritti riconosciuti dalla nascita e quelli che se li vedono negati. Quelli che hanno la pelle bianca e quelli che qualcuno ama chiamare abbronzati, o ancor peggio ( nascondendosi dietro al dialetto), negher. Ci sono bambini europei ed extraeuropei. E tra gli extra ci sono quelli provenienti dall’est Europa, quelli dell’oriente, del medio oriente, quelli del nord Europa e quelli delle Americhe. Santa Lucia avrà chiesto al suo asinello a chi portare per prima i regali? Si sarà messa in confusione, avrà fatto qualche differenza, o per evitare di sbagliare ( a lei che vive nel Regno dei regni non è concesso) avrà rinunciato alla sua festa?Di certo, dato che è una figura spirituale e non fa differenza fra etnie, avrà fatto fatica a scegliere i regali da portare, guardando dalla finestrella dalla quale Dio le ha concesso di osservare il mondo.
Perché nonostante il fatto che i più seri e avanzati studi in materia abbiano smentito l’esistenza della diversità di razza, qualcuno ( in realtà molti, perché questo concetto oramai è alla base della struttura ideologica generale) continua a sostenere che io albanese e tu africano siamo decisamente diversi. Che io albanese, che non ho diritto alla cittadinanza nonostante sia nata in Italia, sia comunque migliore di te africano, nero, vù cumprà. Ma ancora più significativa è la differenza che spesso si sente sostenere tra i kosovari ( pur essendo loro albanesi) e gli albanesi stessi. Già, i kosovari sono in giro per il mondo da molto prima dei loro conterranei, quanto basta per non dire che non sono albanesi quando la cronaca nera mette in croce la comunità albanese. Altrettanto fanno gli albanesi d’Albania che si atteggiano spesso e volentieri come superiori senza una ragione di base, semmai una ragione può esistere. Come se la colpa di qualcuno fosse la colpa di tutti. Ma in tempi di quiete vogliamo essere un unico Stato, poiché nazione lo siamo per storiaQuei romeni che considerano di avere in comune solo la somiglianza del nome con i rom (trascurando il fatto che in Romania abitano i Rom) si considerano migliori di loro e spesso sono i primi a dissociarsene. Già, spesso si legge che i romeni prendono totalmente le distanze dall’etnia rom, dando la colpa alle loro origini indiane. Quindi se dobbiamo prendercela con qualcuno ( perché il fatto che con qualcuno dobbiamo prendercela è dato per scontato), allora bisogna crocifiggere gli indiani. Quasi una lotta fra poveri per chi si “merita” di essere trattato meglio.
È come se un italiano andasse in giro per il mondo e si presentasse come del Nord piuttosto che del Sud Italia. Così, si discrimina da solo e lancia il messaggio odioso della “differenza” ( non dettata dalla logica, ma dallapaura di essere giudicato a prescindere), arrivando a “difendersi” discriminandosi da solo.
Ecco, personalmente, mi sono un po’ scocciata di questa autodifesa che alimenta il pregiudizio universale. E non è un gioco di parole, è proprio così. A mio avviso, quel giudizio che tutti si aspettano e che giungerà in Terra dal Padre Eterno non sarà altro che questo: una differenza sostenuta su fondamenta inesistenti, una gara a chi è più civile di chi, più bravo, più onesto, più emancipato ecc. ecc. Dimenticandoci che le differenze le abbiamo create noi. E se proprio la vogliamo dire tutta, alla faccia di chi sostiene l’esistenza della divisione in razze, tutti noi abbiamo sangue nero, ma non perché siamo arrabbiati ma perché dall’Africa nasciamo. Da quella terra che abbiamo sfruttato per secoli, da quella terra che ci piace andare a visitare per le sue bellezze, per poi sfruttarle e abbandonarle. Dalla terra dell’oro nero che ci è diventato cibo irrinunciabile, dalla terra dei cosiddetti (con tono sprezzante) vù cumprà.
Ma dato che, per i “punta dito”i neri non si sono “civilizzati”tanto quanto il più discriminato degli extra comunitari allora non merita considerazione neanche da quest’ultimo.
Il 13 dicembre scorso si è versato sangue nero sulle strade dei mercatini di Firenze. Il bilancio finale è in fin dei conti meno grave di quanto avrebbe potuto essere: ne sono morti “solo”due, altri 3 sono feriti, uno dei quali in gravi condizioni. L’intenzione dell’assassino Casseri puntavo decisamente a numeri più alti, perciò consoliamoci! (?!)Il pomeriggio del 17 scorso, Firenze ha lanciato il messaggio più importante che poteva unendosi ai suoi fratelli senegalesi che hanno perso i loro cari. Oltre 15 mila persone sono scese in piazza per dire “No al razzismo.” La dignità espressa dal rappresentante della comunità senegalese non ha avuto eguali. Ha chiesto una cerimonia funebre silenziosa, senza chiasso e senza colori politici. Ha unito i suoi conterranei per tenere l’ordine durante la manifestazione, che è stata perfetta e nel rispetto della vita UMANA (ricordiamolo, erano umani, non solo neri), e se qualcuno si sente più umano di loro dovrebbe realmente farsi imprigionare. Imprigionare sì, non curare. È facile dare del folle a chi compie un gesto simile. È facile altre tanto collocarlo in un movimento neofascista/ nazista. È facile pulirsi la coscienza estraniandolo da noi stessi. Scudi inutili, pregiudiziali anch’essi che non risolvono alcunché e tanto meno aprono la mente.
Il lavoro da fare è ben altro ma di certo non paga in soldi ma in etica e onestà umana. Istruire le persone, i bambini e le famiglie sulle radici di questo mondo, aprendo le porte a nuove realtà che diventeranno inevitabilmente le realtà da vivere. Il mondo è sempre stato in evoluzione, e le persone gireranno ovunque potranno perché questo mondo gli appartiene. Non è un discorso utopico ma nettamente conciliante con la realtà. Due morti non faranno scappare i senegalesi poiché i senegalesi d’Italia qui hanno le radici, i figli nati e cresciuti. Come gli albanesi, i romeni, i moldavi ecc.
Non serve chiudere Casa Pound perché Casseri la frequentava. Non serve unirsi alla politica della Sinistra per ritenersi migliori. Non serve neanche sparare sulla Lega Nord che vive grazie al sostegno di chi la vota.
Serve portare noi stessi ad essere onesti.
Chi si crede senza pregiudizi scagliasse la prima pietra! Chi, vedendo un gruppo di rom avvicinarsi, non si è tenuta stretta la borsa?Chi, avvicinato da un vù cumprà, non si è detto stufo di coloro che non lavorano? ( perché non è lavoro quello?)Chi, notando in un certo bar una maggiore frequenza di stranieri (vale a dire extracomunitari) non ci è più tornato volentieri?Chi, guardando una ragazza dell’est bella ed appariscente non si è chiestose facesse il lavoro più vecchio del mondo? O se rubasse i mariti alle donne italiane?Chi di voi notando un operaio albanese scendere dalla Mercedes non si è chiesto se veramente faceva l’operaio? Chi di voi non diffida dai cinesi? Sempre uguali questi, silenzi
osi, uniti tra di loro e ricchi sfondati. Capaci di comprare cash ogni attività che vogliono per sé.
Quale straniero, leggendo la cronaca nera che parla di accento non italiano dei malviventi non ha sperato che non fossero della sua terra?Come se la colpa di qualcuno fosse la colpa di tutti.
Come se gli studi che spiegano i fenomeni fossero carta straccia, non un metodo per evitare il pregiudizio.
Non sono una bambina e non lo siete neanche voi che mi leggete, ma avrei tanto voluto chiedere a Santa Lucia un regalo che manca a tutti i bambini del mondo: l’umanità. Stiamo diventando cacciatori di noi stessi in nome di una razza che non esiste al di fuori dell’UMANITA’!