E adesso che accadrà? Chi ci seguirà? Chi ci rappresenterà? Ed eccoci qui, dopo anni lunghissimi di guerriglia tra pensieri (?!) l’Italia si trova nello stesso bilico di sempre. Che fare?
Prima il problema era Berlusconi che appare scongiurato. Ed adesso…. sembrano tutti incastrati all’interno di un film horror, persone completamente diverse in gusti, abitudini, nel credoe scolarizzazione uniti da un unico e potente male, un uomo mascherato da pagliaccio che gira libero per le strade ammazzando e ridendo, cantando e accoltellando chiunque incontri nella sua via. Tutti i protagonisti di questo film riconoscono la forza di questo male, tutti sanno dove si trova, sanno che presto li raggiungerà. Osservano di tanto in tanto dalla finestra, tenendo d’occhioi movimenti fuori dal cortile. Si danno il cambio della guardia dietro alla porta aspettando a mani nude che li raggiunga, continuano inspiegabilmente a rimanere chiusi in quella casa vecchia con i muri in cartongesso e il parquet parlante che non lascia spazio a camminate silenziose in cerca di riparo.
Incredibilmente, dopospartizioni di sangue puro, umiliazioni dell’io e del credo, faticando come peggio dei muli ammalati, arrivano a sconfiggerlo. Ma, ne rimango aggrappati. Poiché l’unico loro obbiettivo ( quello di vincere sul malefico pagliaccio) sembrava irraggiungibile, dato chel’unico loro vero ed indubbio incontro di pensiero eradi sconfiggerlo, ed una volta vincitori, giunti alla libertà di vivere,le loro vite finiscono per spezzarsi e riconoscere di essere una massa di differenti pensierisolitari uniti dal solo male che non c’è più. Appaionoimpotenti! Ed adesso……??? Al dopo, loro sembrano non abbiano pensato. Non potevano, non riuscivano neanche a menzionarlo. Quel dopo per loro è uguale al prima di lui ( del male) poiché insieme nulla avrebbero fatto se non ci fosse stato. E la fretta, il bisogno di correre, la lucidità mentale per decidere insieme di certo non li aiuta.Dove sono gli uomini di Stato?Che ne sarà dell’Italia? Può davvero il voto essere l’unica via d’uscita? Perché gli uomini di Stato non pensano allo Stato, non ragionano sul popolo sovrano (?!) ma sua chi dare la poltrona, quando, come e con quale guadagno. Ci sono stati imposti da una legge (legislativa) elettorale contorta e,nello stesso modo, fingono di voler salvare l’Italia correndo per la poltrona. Ma questa volta la sensazione non è se scegliere tra Destra o Sinistra ma se scegliere tra gli eredi di Berlusconi e la certezza di un’opposizione frivola.L’Italia portasulle spalle (dei cittadini) con i suoi quasi 2mila miliardi di euro, il debito pubblico terzo al mondo, brucia titoli di Stato come se fossero fiammiferi con una velocità da record, Lo Spread supera il 5.50% e,oggi, qualcuno ha il coraggio di parlare di elezioni.Vogliono scaricare la responsabilità sui cittadini, sugli elettori, ritardano le misure ( che dovevano essere attuate ieri) da prendere per dopo le urne. Parliamo di numeri, signori, parliamo di fatti. La matematica ( e non lo dico io) non è un opinione e la gestione di uno Stato non si fa con ideologie ma basandosi sulla sua economia. Attendere le elezioni (minimo120 giorni) vuol dire mandare in fumo miliardi intitoli di Stato, vuol dire aumentare vertiginosamente il carico di tasse sui cittadini, vuol dire portare le banche italiane a svuotare anche di quel niente che è rimasto ai propri debitori.Una campagna elettorale costa milioni, e quei milioni possono essere usati per i cittadini. Una campagna elettorale adesso apre le porte a tanti scenari e l’Italia ha bisogno solo di uno, quello di affrontare la crisi, di reimpostare la fiducia dei mercati ed alzare la testa al livello internazionale. All’Italia serve autorevolezza, rispetto, considerazione, e le servono subito, anzi le servivano già (a)ieri e noi siamo ancora qui a dibattere su cosa fare.
L’Italia, oggi, non ha bisogno di colori politici, ma di uomini di Stato, non ha bisogno di dividersi tra Alfaniani oBersaniani o Vendola, Di Pietro ed amici. L’Italia necessità di cure immediate. Bossi e Di Pietro che (si) chiedono con forza insieme(al quanto inimmaginabile prima) le elezioni non fanno altro che dimostrare che dell’Italia loro si preoccupano solo quando si trovano a governare.
Andare a votare oggiè come dire ad una persona con il cranio aperto sopravissuta ad un incidente mortale, -“ Stiamo organizzando i turni, appena riusciamo vi comunicheremo il medico che la prenderà in cura”,- quando invece è un dovere deontologico dare le prime cure immediatamente.
Ce lo chiede da tempo il presidente della Confindustria,Marcegaglia che ha definito un “baratro” la situazione italiana. Ce lo impone l’Europa, colei che abbiamo scelto come madre. Ce lo supplicano le alte menti economiste italiane che sono rimaste inascoltate per lungo tempo. ( lo stesso Tremonti (gli) indicò al Re la rivoluzione, che quest’ultimo negò finendo con la testa tagliata).
Quest’Italia non si merita i suoi statisti. Quest’Italia non si merita il paragone con la Grecia. Quest’Italia ha i numeri ma i conti non tornano. Se quest’Italia fallisce questa difficile impresa ( alla sua portata però) hanno fallito tutti, e la colpa è di tutti. Un Berlusconi da solo non poteva portarla fin qui, egualmente come quei centinaia di uomini di Stato oggi non possono permettersi di attendere ancora, cercando la soluzione che li porterebbe ad accomodarsi alle poltrone. Nessuno si aspetta di superare la crisi come se fosse niente e tanto meno di non stringere la cintura, bucandola ancor più stretta. L’unica aspettativa immediata che il cittadino si merita è la coesione nel tentativo di scavalcare l’ostacolo. E’ la reimpostazione di una dignità perduta e di un orgoglio ferito.
Se l’Italia fallisce quest’impresa, (che) nessuno si permetta di dire “Abbiamo ereditato un disastro”.