Il lupo perde il pelo, ma non il vizio. È un proverbio che evidenzia quanto siano enormi, e a volte insuperabili le difficoltà che si incontrano per riuscire a eliminare le brutte abitudini e i vizi incorreggibili di cui gli esseri umani sono oppressi.Questo proverbio gli si addice alla perfezione alle autorità elleniche avvolte nel loro “splendore”, ma non solo della Greciadel Generale Zervas degli anni 1939, il quale ordinò le sue bande a massacrare la popolazione ciamuriota e al contempo ha modificato la composizione etnica dell’Albania, ma anche della Grecia odierna del 2011 con Presidente Károlos Papoúlias (in greco: Κάρολος Παπούλιας).
La politica di Zervas ha lasciato le sue radici, seppur in modo meno violento, senza coltelli e spranghe, priva gli autoctoni di tornare anche solo a visitare le proprie terre. Accogliere un pensiero alquanto intrepido in nome della pace e della convivenza tra le società evolute, nell’era della democrazia e della civiltà è il sogno del mondo intero, ma lasciare da parte i rancori che la storia collega diversi popoli non sempre è possibile. Ce lo dimostra alla perfezione lo scontro di Signor Xhelal Hajrulla (cittadino albanese nato a Gumenicë – Ciamuria il 1937) con le autorità greche che controllano il confine tra Grecia e Albania.Signor Hajrulla,incoraggiato dalla liberalizzazione dei visti, spinto dalla voglia di vedere i propri figli che lavorano e vivono ad Atene parte per la Grecia. Alla dogana lui viene informato dalle autorità. Secondo un ordine speciale del Governo Greco, chi come lui è nato in Ciamuria non è desiderato nella terra ellenica e viene schedato come soggetto pericoloso per l’ordine pubblica di alcuni paesi dell’Unione Europea. Ammutolito e spaventato davanti a una realtà alquanto assurda e inimmaginabile, Signor Hajrulla viene ricevuto dal capo della dogana greca il quale guardando il suo passaporto aggiunge qualcosa di inammissibile:“Ciamuria è morta, e agli ciamurioti gli taglieremo la testa” Questo è quanto dichiara Signor Hajrulla in una intervista rilasciata alla televisione albanese Top Channel. L’opinione pubblica (non solo albanese) rimane sconvolta, nel frattempo si attende la reazione delle autorità della politica e del governo albanese. Intanto la Comunità ciamuriota tiene al corrente la Grecia,il paese che ha civilizzato il mondo che dopo 60 anni di silenzio forzato, i ciamurioti non sono morti. Ora sono riapparsi davanti al mondo più vivi che mai. Altronde si ha cognizione del fatto che quando si avvicina la fine di un grande amore, ma non ricambiato (come quella della Grecia per la bellissima Ciamuria), nasce quel sentimento dovuto all’opposto dell’amore che è l’odio, un sentimento che lacera anche gli animi di chi ha civilizzato il mondo. L’odio comporta sempre in sé un timore.