Le parole pronunciate Sabato scorso dal premier inglese David Cameron alla conferenza sulla sicurezza di Monaco sembrano scivolare inosservate.
Il discorso formulato davanti allo sguardo vigile e attento del cancelliere tedesco fanno da eco a quanto disse qualche mese fa Angela Merkel, sottolineando in una svolta retorica le nuove direzioni della Destra europea.
Alle parole dei leader, quelli “seri”, ai quali questo mondo concede ancora qualche barlume di credibilitàse confrontati alle operette da commedia pornografica nostrana, occorre prestare molta attenzione.”Il multiculturalismo di stato ha fallito” ha detto il premier aggiungendo “e ha lasciato i giovani mussulmani vulnerabili al radicalismo”.
Partendo dal presupposto che il multiculturalismo è un concetto e come tale non fallisce (al massimo può fallire una pratica o un metodo) risulta importante sviscerare cosa viene prospettato, analizzando parole e toni utilizzati in quella sede che, ricordiamo, non aveva una platea strettamente britannica ma bensì un fiato e un carattere europeo.
La nuova dottrina promossa esorta a “un liberalismo muscolare” che sorpassi “una società passivamente tollerante” rimasta neutrale tra valori differenti.
E i riferimenti alla comunità mussulmana non sono neanche malcelati “È tempo di voltare pagina sulle politiche fallite del Paese. Per prima cosa, invece di ignorare questa ideologia estremista, noidovremo affrontarla, in tutte le sue forme”Se i facili attacchi all’estremismo dell’Islam risultano semplici alla luce di un decennio nel quale una narrazione di sottofondo raccontava di uno scontro di civiltà, più difficile è fare emergere ciò che cela l’espressione “un liberalismo muscolare”.”Un Paese davvero liberale fa molto di più. Crede in certi valori e li promuove attivamente” Un discorso indubbiamente propositivo che si mimetizza abilmente tra parole positive (liberale, valori) ma che non rispecchia affatto ciò che viene proposto. La promozione di valori, infatti, quella vera, al massimo la si potrà ottenere all’interno di un lungo percorso d’educazione, articolato sulle fondamenta di un rispetto reciproco e di un dialogo continuo che faccia sorgere gli elementi comuni alle comunità e alle soggettività differenti che si confrontano. Non già con l’annuncio di “un liberalismo muscolare” che presuppone ben altri metodi.Quando il tono è quello di una sfida, al pari dei suoi colleghi francesi e tedeschi Cameron ha il compito di serrare i ranghi, nascondendo la realtà di una politica debolissima a fronte delle sfideposte in essere dall’integrazione (parola pessima) in un’epoca di recessione.
La Storia insegna come in certi periodi soffiare sui tizzoni del populismo possa apparire estremamente proficuo nonostante alla lunga risulti nocivo.
Così il vento che aleggia sembra essere lo stesso che fin dalla sua nascita ha accompagnato la politica dell’ex gaullista Sarkozy e più recentemente e in toni minori, quella della cancelliera cristiano-democratica Angela Merkel che accerchiata dai consensi in crescita dell’estrema destra, proprio come sta accadendo nelle vicine Olanda, Svezia e Danimarca ha seppellito in un solo colpo40 anni di politiche sull’immigrazione in Germania.Per calare la maschera però a quello che potrebbe apparire come un discorso “per bene” e “ragionevole” occorre spostare lo sguardo, rovesciare la prospettiva e rimodularla in maniera obliqua sul fenomeno.Perchè Sabato, mentre Cameron dettava ai colleghi europei suggerimenti per una nuova costruzione ideologica a Luton in Inghilterra si teneva la più grande manifestazione anti-islamica nella storia del paese. A promuoverla un movimento di estrema destra di nome English Defence League dalle neanche troppo occultate posizioni islamofobe.
Strizzargli l’occhio da palcoscenici istituzionali, rincorrere analisi al ribasso imboccando scappatoie populiste e integrando in maniera tacita nel conservatorismo classico istinti profondi e razzisti è un rischio che l’Europa non può correre. Ma che sta già percorrendo.
E chez nous l’elaborazione è fattore già avanzato, con dinamiche ancora più ombreggiate ma che lasciano tracce evidenti (come la scuola di Andro ) se solo si avesse il coraggio di osservarle.