Ripercorrendo un anno, un anno di Albanianews, un anno d’Italia si incappa inevitabilmente in un filo rosso che racconta storie di sfruttamento, di diritti negati e di richieste.
Erano i primi giorni del Gennaio scorso quando a Rosarno, venne a galla improvvisamente un dato sociale fino ad allora marginale, da nascondersi come la polvere sotto al tappeto, se non per i soliti ritornelli retorici securitario-elettorali. Una bruttissima pagina che assumeva i toni dell’abisso incrociando facilmente parole dimenticate come schiavitù, camorra e rivolte.
Se quello fu un detonatore, un vulcano che scoppia senza preavviso in tutta la sua esplosività, è difficile da dimostrare. Quel che è certo è che il magma ribolliva già nella caldera.
Ed era un magma molteplice, composto da tante sfaccettature, come vario è il panorama e vari sono i problemi legati all’immigrazione in questo paese dei quali, quell’episodio fu solo una delle facce più oscure. La sigla Cie tetra come la sua funzione detentiva non era meno.
Il Primo Marzo ne mostrò altre, legate ai problemi del lavoro ma non solo. Uno scioperonon-sciopero che abbracciava diritti politici e orgogli di visibilità di un importante tessuto produttivo del paese troppo spesso associato e stigmatizzato a fenomeno di cronaca. Associazioni, incontri, assemblee, ma anche musiche e letterature, quelle che già c’erano e che susseguirono, rappresentavano e rappresentano quelle galassie in movimento portavoci di trasformazioni già in atto all’interno della società italiana.
In questo quadro maldescritto i primi freddi di un’annata agli sgoccioli videro i tetti come protagonisti. L’invisibilità era ed è tuttora una condizione più diffusa.
Disoccupati, cassaintegrati, studenti e immigrati truffati scelsero l’altezza: la cima di una gru, di una torre piuttosto che di una facoltà o di un palazzo, per rendersi visibili. Inascoltati.L’anno che verrà, appena cominciato, vedrà sicuramente aumentare il loro numero.Visibilità e conseguente comprensione se saranno, passeranno solamenteattraverso uno sforzo comune fatto da persone e da piccole attenzioni nel quotidiano.
Quello che segue è il resoconto di un’intervista telefonica a Marcelo Galati cittadino italo-argentino che rimase 27 giorni, dal 5 Novembre scorso, sulla torre Ex Carlo Erba di via Imbonati a Milano per protestare contro la sanatoria truffa. Nonostante sia un fatto datato, testimonianze dirette a volteinformano di più perché lo fanno con trasporto, sentimento di uno sguardo diverso, mettendo in risalto alcuni fattori che molto spesso non vengono nemmeno pesati.-Eravamo in due fino all’ultimo momento però dopo una settimana prima che scendessimo noi è sceso Mimmo – (Mohamed oggi espulso) – e più o meno al quindicesimo giorno che eravamo lì sopra erano scesi altri due.
Quali erano le motivazioni che vi hanno spinto a questa protesta?
La motivazione principale che interessava anche gli altri ragazzi che erano con me era la sanatoria truffa, il fatto cioè che fosse stata fatta richiesta di pagare 500 euro con in cambio la promessa di regolarizzare le domande per il permesso di soggiorno con una politica di emersione.– Avevamo avuto la disponibilità però alla fine sono state rifiutate le domande per futili motivi riscontrati dopo che era stata fatta la legge, la circolare Manganelli che è stata adottata a livello nazionale vanificando di fatta la sanatoria sul lavoro domestico varata dal parlamento. Una circolare di un capo della polizia che è al di sopra di una legge del parlamento. Questo in particolare è il dato aberrante della sanatoria truffa. — Questo parlando della sanatoria truffa, parlando delle motivazioni della protesta, noi venivamo da un lungo periodo di proteste, mesi e mesi di denunce senza alcun risultato. A cavallo dei successi di Brescia, – (dove gli immigrati erano saliti sulla gru) – avevamo deciso di compiere un atto di solidarietà concreta nei loro confronti, salendo sulla torre qua a Milano per appoggiare loro.– A Brescia la situazione era abbastanza grave e repressiva così abbiamo deciso di agire.
A proposito di repressione avevo letto di un medico di Emergency che era stato inquisito per aver prestato soccorso ad un ragazzo sceso dalla torre, in quanto clandestino, cosa è successo?
Il caso del medico che ha soccorso il ragazzo sceso dalla torre è emblematico perché lui è stato denunciato solo in una conferenza stampa a cui non è seguito nessun caso giudiziario.
Io credo che qua ci sia una fascia della popolazione che vuole sentire certi tipi di notizie, come un medico denunciato per avere visitato un clandestino. Senza fare troppo mistero le politiche della lega. Un popolo che la lega ha abituato ad un certo tipo di informazioni. Un popolo nutrito a caramelle con notizie informative eclatanti più che con politiche concrete.
Cose che non esistono in paesi democratici e che sono difficili da applicare.
Però la repressione è forte e presente.Un mio compagno che era con me sulla torre è stato portato via dall’ospedale con metodi quasi sudamericani. È stato sequestrato da una porta di servizio e non dall’uscita principale, non riusciva a camminare – Abdelrajat il marocchino 32enne salito sulla torre era stato costretto a scendere per una colica renale ed una condizione di gravissima disidratazione -ed è stato prelevato da cinque poliziotti che l’hanno nascosto in una macchina. Questa è una nota di demerito per la polizia, nel senso che ci troviamo di fronte a persone che obbediscono a qualsiasi ordine gli venga dato.
Si riferisce a De Corato che aveva chiesto l’espulsione dei manifestanti?
No credo si trattiin questo del vicequestore Pietro Ostuni lo stesso della vicenda Ruby per intenderci. –
Avete timore ora?
Timore assolutamente. Tant’è che noi nel momento di scendere avevamo discusso. Noi non volevamo scendere, soprattutto per la posizione di Abdelrajatche avrebbe preferito morire su quella torre. Lasciare un segno per tutta Italia piuttosto che finire in un centro di detenzione ed espulsione. Sarebbe morto sulla torre, diciamo una morta pubblica più che un espulsione privata.
E questo a noi che avevamo iniziato la protesta un po’ ci metteva in difficoltà come tipo di sceltaperché, come avevamo detto all’inizio, un permesso di soggiorno non valeva la vita di una persona.Noi avevamo chiesto la garanzia di non essere espulsi, volevamo ed eravamo disponibili a farci processare come tutti i cittadini, sapevamo della possibilità di essere denunciati però l’avremo affrontata con dignità, sapevamo di non essere delinquenti noi stavamo parlando di problemi che dovevano riguardare tutti. Però così alcuni di noi sono stati sottratti dalla possibilità di finire davanti ad un giudice, sono stati espulsi e basta.
Avete avuto altri rapporti con la questura in seguito?
Dopo la discesa siamo andati in corteo davanti alla prefettura per chiedere conto di quasi sei mesi, mezzo anno di proteste, manifestazioni, presidi tutto per non essere neanche ascoltati. Abbiamo fatto questo atto della torre dove in corso d’opera, la prefettura ci ha offerto massima disponibilità. Il problema è che una volta che tu scendi dalla torre, quando abbiamo chiesto di questa disponibilità di questo tavolo che volevano aprire hanno detto che non c’era nessun tavolo, che non gli risultava. Questo ti dimostra che… ci dimostra a noi ha dato la conferma che in Italia dei problemi degli immigrati non interessa a nessuno.
Non ci sono le leggi che possano dare dignità ai migranti. E ad un certo punto abbiamo capito che non solo con i migranti ma il lavoratore italiano si trova nella stessa situazione, gli studenti possono fare tutte le proteste che vogliono ma nessuno li ascolta, cioè nessuno guarda più in faccia il popolo che vive in Italia.
Quest’anno i migranti possiamo dire che abbiano protestato per la prima volta con il Primo Marzo come mai questa situazione?
Evidentemente il fatto di non avere neanche diritti civili, neanche essere riconosciuti come persone mette in una situazione di volersi muovere subito. Possiamo vedere l’Italia come un paese che in queste situazioni è precipitata come cento anni indietro, prima ancora del diritto di voto alle donne. Evidentemente incontrarsi con persone che questi diritti li hanno bhè questo ti fa alzare la testa subito. Poi figuriamoci che non solo le persone sono state fregate con questa sanatoria truffa – a 15 mesi dalla sanatoria più di 100 mila richieste sono senza risposta o rigettate.
Lo Stato ha incassato 300 milioni di euro con le domande, e l’INPS più di 600 milioni di contributi. – ma alcune sono pure finite nei Cie che sono strutture tipo Guantanamo. Qui a Milano il capo della sicurezza del Cie
–Vittorio Adesso è sotto processo per lo stupro di una nigeriana 28enne – andrà a giudizio per stupro. Cioè a me sembra che in questo paese l’assurdo diventi normale e la gente dorma.
–Ora che si conclude l’anno c’è da essere fiduciosi?
Io sono più che fiducioso.Una vittoria è fatta da tante sconfitte.Se guardi il risultato totale questa è stata sicuramente una sconfitta però è stato anche il primo momento di dignità. Una protesta guidata e portata avanti dagli immigrati spiazzando tra l’altro le tante organizzazioni di sostegno che ci sono. Agli italiani bisogna dire, ci volete dare una mano lottate per i problemi che avete voi e mettiamoci tutti insieme.
Speriamo e il prossimo anno non chiederemo più solo permessi di soggiorno ma ci impegneremo perché l’Italia cambi di rumbo. (direzione)