Brescia. Scendono dalla gru i quattro immigrati che da sedici giorni protestavano contro la sanatoria truffa. Sotto una pioggia incessante hanno raggiunto le centinaia di sostenitori che li attendevano al grido: “via via la polizia” e “Resistenza, Resistenza”.
Dopo estenuanti trattative sembra siano state la Diocesi, Cisl e Cgil a mettere in campo l’ultima mediazione. Per ora non è ancora chiaro se i quattro irregolari saranno accompagnati in un centro di identificazione ed espulsione.
Intanto Sabato a Bologna, con la mente rivolta a Brescia, si è svolta la manifestazione regionale antirazzista a favore dei diritti dei migranti.6000 persone come una legione, una pessima parola che all’oggi ricorda semplicemente un unità militare dell’esercito romano. Ma se prendiamo il termine latino legio ci accorgiamo che in greco e in aramaico questo era comunemente usato per indicare un grande numero. In effetti il corteo che a Bologna ha macinato chilometri di umanità con dignità novecentesca non ha lasciato indifferenti.
Proprio come non ha lasciato indifferenti nove mesi fa il Primo Marzo del quale la manifestazione di Sabato è diretta conseguenza.
Spiegare l’importanza di quella giornata non è compito facile.
A parte l’urgenza di un’attualità terrificante, dove razzismo e intolleranza si fanno istituzionali e riempiono la cronaca di fatti e dichiarazioni, volevo basare il mio ragionamento su altro e che questo non fosse esclusivamente una critica dell’attuale, bensì un’ipotesi di prospettiva che in quella giornata ho riconosciuto/ritrovato.
Partendo dal presupposto di riconoscere il mondo in cui si vive, che è composto di pluralità e lo sarà sempre di più, senza ombra di dubbio, dobbiamo scoprire che ogni migrante porta con sé un intero mondo. Una ricchezza sotto molti aspetti, ma una ricchezza che non è a portata di mano, possiamo vederla come una scommessa, un investimento. Un rischio.
Se agli sguardi di molti l’odierno appare come una Babele confusa e inquietante, e l’Europa intera (non solo l’Italia) innalza le sue mura di paura, non è detto che i timori non possano essere sconfitti.
L’intersecarsi delle soggettività che divengono sempre più ibride, meticcie possono portare con sèla capacità di evasione dai confini di controllo prestabiliti. In questo modo esse cessano di essere assoggettate alle identità diventando singolarità. La contraddittoria coppia concettuale di identità e differenza è superabile solo attraverso queste singolarità, se vengono riconosciute, ed è proprio in queste che emergere anche il comune, perché le singolarità comunicano tra loro e possono farlo attraverso il comune che esse condividono. La nostra comunicazione, le nostre relazioni e la nostra cooperazione non si fondano soltanto sul comune che esiste già bensì lo producono, lo riproducono in uno sforzo semplice che ci migliora.
Parafrasando Schumpeter: proprio quando sembra che il terreno sia più spoglio e vuoto esso contiene già i semi di una crescita tropicale di nuove strutture giuridiche.
CITTADINANZAEcco perché è importante il Primo Marzohttps://www.youtube.com/watch?v=I4XWmbIWW2Y
Genesi“Ecco, essi sono un solo popolo e hanno tutti una lingua sola; questo è l’inizio della loro opera e ora quanto avranno in progetto di fare non sarà loro impossibile. Scendiamo dunque e confondiamo la loro lingua, perché non comprendano più l’uno la lingua dell’altro”