Rivolte nelle province più remote dell’impero.
Sta succedendo e non vi è stadio, arena, cori rabbiosi di nazionalisti serbi nè tatuaggi “1389 Piana dei Merli”, solo cittadini intossicati e pastori con l’acqua alla gola.
Avevamo Bronte o Portella della Ginestra (Purtelja së Jinestrës come l’avrebbe chiamata il socialista Nicola Barbato), senza tatuaggi ma che qualcuno ricorderà.Alla vigilia dei 150 anni dall’unificazione, echi dal passato riaffiorano sconfessando le retoriche leghiste.
Se qua al Nord sarà facile per qualcuno ragliare le solite fesserie “Napoletani che non vogliono le discariche….
Sardi assistiti dallo stato con le nostre tasse…” qualcun altro avrà già inghiottito la repressione.
Tragedie scomparse in un clik dai prestigi di un’informazione incantatrice, i rifiuti di Napoli, l’Aquila, un’isola di cassaintegrati, non più solo campanelli d’allarme, le campane suonano a lutto e lo fanno al buio.
Guerriglia urbana a Cagliari e a Terzigno titolano i giornali, in realtà sarebbe corretto chiamarle rivolte.
Fumogeni, cariche, lacrimogeni e restrellamenti, sassaiole come a Gaza nelle periferie padane.
Preoccupa il clima e la temperatura sociale e se il ministro (padano) Roberto Maroni la settimana scorsa, tuonava anatemi (forse da lui auspicati) di infiltrazioni pericolose alla gigantesca manifestazione organizzata dalla Fiom Sabato a Roma, da oggi sicuramente avrà molto lavoro da svolgere anche senza spettri preventivi.
Decine i manifestanti arrestati durante gli scontri tra Terzigno e Cagliari dove un pastore ha perso un’occhio in seguito alla ferita di un lacrimogeno.
Popolazioni esasperate ma che sembrano non meritare nemmeno un cenno dell’attenzione dei due proconsoli Caldoro e Cappellacci appena insediati alla presidenza delle rispettive regioni.Ultime umiliazioni di un Italia berlusconiana dove, lontano dalle proteste, piccoli senatori, più realisti del re, facevano passare un emendamento che sospende tutti i procedimenti contro le più alte cariche dello Stato anche per fatti precedenti all’elezione.Un fatto che ha svegliato pure l’opposizione tutta intenta a studiare alchimie parlamentaricol pallottoliere, senza accorgersi che la situazione sta precipitando sempre più velocemente.
Alcuna paura, sono solo le provincie più remote, lontane da quella Padania cuore economico e terra di conquista elettorale.Un’occhio la storia l’ha già chiuso, attenzione a non chiudere definitivamente anche il secondo.«Lo Stato italiano è stato una dittatura feroce che ha messo a ferro e fuoco l’Italia meridionale e le isole, squartando, fucilando, seppellendo vivi i contadini poveri che scrittori salariati tentarono d’infamare col marchio di briganti.» A. Gramsci
E se la Francia è paralizzata da una settimana (basta aprire qualsiasi giornale francese)in seguito a scioperi muscolosi contro un’ingiusta riforma delle pensioni, chez nous la situazione rischia di presentarsi più drammatica senza avere nessuna risorsa per reagire.