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«Le cicatrici per le botte che ho preso dai carabinieri in caserma a Ferrara spariscono. È la vergogna di esser stato per tre giorni in prigione che non passa». Dichiarazione di Bleder Machmin rilasciata ad Antonio Andreotti giornalista del Corriere.
Bleder Machmin 21anni protagonista suo malgrado di una vicenda oscura ma che sta diventando norma in un Italia che si ritinge a nero, racconta la sua versione. È il 24 Febbraio e con altri quattro amici tutti residenti a Rovigo ci si trasferisce a Ferrara. Rum e Mcdonald’s per passare la serata ma già alle 18 partono i guai. Schiamazzi e voci alte spaventano qualche residente che da buon cittadino allarmato chiama subito la polizia. L’arresto è il solito, quel “resistenza a pubblico ufficiale” che da sempre condisce ogni sopruso. In caserma comincia il pestaggio. Corpi nudi, ammanettati sangue che cola, anfibi e manganelli. Una vicenda che avrebbe potuto riassumersi nelle solite scartoffie e le verità celate dietro ai muri silenziosi della caserma se non fosse stato per un giovane avvocato Barbara Simoni. Viene chiamata per la difesa d’ufficio la solita per resistenza. Ma le mamme dei ragazzi non sono dello stesso avviso, i loro figli non sono i “soliti”, piangendo le raccontano delle botte, sulle prime lascia correre poi vista l’insistenza visita gli arrestati in carcere. I lividi le fanno sorgere i primi dubbi le perizie mediche faranno il resto. Il Pm acquisisce il video dalle telecamere della caserma. La palla passerà alla giustizia italiana col processo per direttissima (11 maggio) dei quattro per resistenza a pubblico ufficiale poi forse si comincerà ad indagare sulle violenze dei carabinieri. Lentamente però. Funziona così nella Ferrara di Federico Aldrovandi e nell’Italia schifosa 2010. Scene che richiamano l’Iraq in guerra. A gran voce si richiede ordine e pulizia. Sicurezza panacea di tutti i mali, poi si finisce a trattare ventenni ubriachi come terroristi.
Il reato? Bhè resistenza a pubblico ufficiale che è sempre riciclabile Ma sotto questo vestitino del diritto si nasconde qualcos’altro che comincia a diffondersi, a penetrare gli anticorpi e le coscienze della nostra società. Il reato sociale. Voi sporcate, disturbate non siete i ben accetti, siete serie B e alla prima occasione vi puniamo duramente. Vi aggiustiamo. Ma avevano bevuto ed erano pericolosi qualcuno sempre obietterà. Verissimo ma i carabinieri hanno i mezzi e la legge per intervenire. Le forze dell’ordine tutelano quella e non le rendono un buon servizio se compiono violenza all’interno di una caserma anzi ne fuoriescono a prescindere dall’alcol e dal resto.
Ma legge e ragionamento sembrano aver perso il loro smalto ultimamente. Contano ormai le pulsioni e il senso comune. Allora occorre travestirsi da archeologi e tornare a cercare parole come Diritto, Democrazia, Lavoro, Costituzione…quelle sì sinonimi di sicurezza, prima di essere costretti a pronunciarle con l’epiteto “c’era una volta..”Qualcuno in un posto scrisse che chi non conosce la storia è destinato a riviverla e il paese odierno sembra gremito di benpensanti col dito puntato perennemente verso il basso. In pochi alzano la testa, se lo facessero comincerebbero ad accorgersi che banditi in giacca e cravatta affollano il parlamento, che gli speculatori di tutto il mondo hanno aperto la caccia e cominciano ad azzannare i paesi più deboli del branco. Che l’Europa si riconfigura e la moneta scende in picchiata e che infine, abbiamo già considerato in passato povertà e alterità un crimine.Non è andata molto bene.
Per la cronaca in un posto era Auschwitz