L’Italia ha dichiarato pubblicamente che farà da portavoce dell’Ingresso dei paesi balcanici in UE, ma la realtà è ben differente.
L’Italia degli ultimi anni ha creato una politica di investimento nei Balcani.
L’Italia attraverso i suoi ministri ha dichiarato che vuole fare da portavoce per l’ingresso dei paesi balcanici nell’Ue.
In questa crisi, l’Italia ha sfruttato questa occasione, ha creato e promesso investimenti oltre Adriatico.
Nei Balcani a differenza del passato dove c’erano tensioni etniche, oggi cercano di occuparsi delle proprie crisi interne.
L’Albania che sta attraversando una crisi politica, la Grecia che èparalizzata da un anno di scioperi e dalla crisi economica, la Serbia che è condizionata dalla richiesta dell’Ue per la cattura dei criminali di guerra. La Fyrom Macedonia che è rimasta fuori dalla Nato per il blocco della Grecia per il nome “Macedonia”.
Ora la fase dell’odio tra gli stati balcanici sembra essere passata, anche se a volte ci sono degli episodi di razzismo.
Ora la crisi principale viene vissuta all’interno di ogni confine.
Ci sono nuovi scenari, la Romania e la Bulgaria sono paesi membro dell’UE e membri della Nato insieme all’Albania e Croazia.
Il Kosovo dopo 2 anni sta aprendo ambasciate e consolati per il mondo mentreambasciate straniere stanno aprendo a Prishtina.
E sotto gli occhi di tutti che i Balcani entreranno a breve in UE,ma ancora alcuni Stati rimangono fanalino di coda.
L’Italiasfrutta poco questo passaggio transitorio nei Balcani. I paesi dell’est stanno a guardare e a sognare. Sembra che vivano di promesse.
I Balcani non hanno mai avuto una politica comune oppure un “unità balcanica” per farsi vedere e affrontare insieme determinate sfide.
Rispetto al passato si è fatto tantissimo. La maggior parte di questi paesi fanno parte dell’UE e della Nato.
Basti pensare che le dittature sono cadute solo 20 anni fa.
Sono democrazie giovani e si autodichiarano fortunati perche si trovano nel continente Europeo.
Ma nonostante ciò per anni sono stati tagliati fuori dall’Europa.
Alcuni di questi paesi hanno avuto divisioni secolari.
Adesso nei Balcani si stanno construendo autostrade e tutta la costa Adratica viene sfruttata in costruzioni di case e palazzi giganti. Una gara spietata, una gara per riprendere il tempo perduto.
L’Italia nonostante la politica aspra che vive negli ultimi mesiper causa delle elezioni regionali,ogni volta che affronta il tema Balcani trova soddisfazzione e molto sicura di se. Nell’affrontarepoliticamente questi paesi si trova più sicura.
La sicurezza della politica italiana è ben evidenziata dagli ultimi incontri tra Berlusconi ed il premier serbo e albanese.
Nel primo caso Berlusconi incontrò Tadic a Roma e gli disse di fare la sua conferenza stampa in italiano in quanto la lingua serba non è cosi bella e che la lingua italiana era più dolce, nel secondo caso Berisha lo accontentò e fece la conferenza stampa in lingua italiana e non in albanese, parlo in un italiano scorretto. Il ringraziamento di Berlusconi passerà alla storia: disse che dall’Albania accettava solo belle ragazze.
Oppure con il ministro montenegrino dove lo costrinse a sedersi (scherzosamente) per far si che non si notasse la bassa statura di Berlusconi.
Alcuni interpretano questi avvenimenti come cose scherzose e battute per evidenziare l’amicizia che c’è con i paesi balcanici, altri osservatori notano la grande capacità di annientare emotivamente l’avversario politico ed in questo caso con politici che contano meno nella politica europea.
Oggi sembra che i tempi siano cambiati ma le strategie di conquista del mercatoe di investimenti esteri siano sempre gli stessi.
L’Italia ha dicchiarato pubblicamente di fare la portavoce dell’Ingresso dei paesi balcanici in UE.
In teoria sembrerebbe così, ma quando il ministro Frattini chiese ai vertici dei paesi Ue di velocizzare l’abolizione dei visti per gli albanesi, la risposta fu ferma e negativa.A dir la verità anche l’Italia non è sempre ascoltata come vorrebbe in Europa. Ovviamente anche l’Italia deve riconquistare il proprio ruolo in Europa. Ma è una posizione difficile da togliere alla Francia, alla Germania o all’Inghilterra.
L’Italia con i Balcani ha una grande occasione e il suo avanzo sembra timido. Altri paesi lontani stanno cercando di entrare nei balcani con molta convinzione sia nel investimento e sia nell’economia.
Si puo dire che l’Italia non ha dei piani ben decisi.
Nei giorni scorsi il senatore friulano Carlo Pegorer (del Pd) ha rivolto un’interrogazione al ministro degli Esteri, Franco Frattini, per sapere quali sono gli indirizzi strategici del Governo Berlusconi per lo sviluppo dell’area adriatico e balcanica. In particolare questo senatore vuole sapere quali mosse del mercato ed in particolare per losviluppo dei porti di Monfalcone e di Trieste.
Da queste domande si puo capire che ci sono molte domande senza una risposta.
E l’incognita principale rimane la costruzione di una centrale nucleare in Albania.
L’italia è l’unico paese che vorrebbe tutti i paesi dei Balcani nell’unione Europea.
Puo sembrare un paradosso. Basta vedere la regione Puglia la quale grazie ai collegamenti via marecon l’Albaniaha aumentato le sue imprese in turismo e le imprese nel paese delle aquile. Si puo notare lo sviluppo che la Puglia ha e questo anche grazie ai collegamenti marittimi con l’Albania, la Grecia la Turchia e il Montenegro.
Brindisi nell’alta stagione è invasa da turisti di passaggio che si devono recare oltre adriatico.
Il presidente Giorgio Napolitano disse di recente “La Croazia deve entrare urgentemente in Ue entro il 2012″Si capisce bene che si è perso molto tempo per unire l’Europa e molta energia è stata dedicata proprio ai balcani.
Intanto le aziende italiane tra difficolta avanzano e i balcanici aspettano ottimisti le decisioni dei paesi guida dell’Unione Europea.
Autore: Tonin Rrapaj