Il fondatore di Facebook, Mark Zuckerberg, ha dichiarato al New York Times che la Macedonia è stata coinvolta nella diffusione di fake news.
L’amministratore delegato di Facebook, Mark Zuckerberg, ha pubblicato una lettera sui quotidiani britannici del 25 marzo, per scusarsi di aver “tradito la fiducia” degli utenti del suo social network, in relazione alla vicenda Cambridge Analytica, la società di consulenza politica che è riuscita a mettere le mani sui dati di 50 milioni di utenti.
Il 34enne fondatore di Facebook scrive che “abbiamo la responsabilità di proteggere le vostre informazioni. Se non ci riusciamo, non vi meritiamo”. Zuckerberg ha affermato:
“Abbiamo implementato alcuni nuovi strumenti di intelligenza artificiale per identificare account falsi e fake news, e in questo modo abbiamo trovato un numero significativo di account macedoni che stavano cercando di diffondere notizie false. Facebook è in grado di eliminare account del genere.”
Il contenuto delle fake news
Il fondatore del più grande social network al mondo non ha approfondito il contenuto delle false notizie di questi account macedoni, ma ha dichiarato che riguardavano il tentativo di distorcere il risultato della corsa al Senato nello stato dell’Alabama.
Le elezioni del 12 Dicembre nello stato meridionale degli Stati Uniti hanno visto una stretta competizione tra il democratico Doug Jones e il repubblicano Roy Moore.
Alla fine ha trionfato Jones, diventando il primo democratico a vincere un gara al senato negli Stati Uniti da 25 anni a questa parte.
Questo testa a testa aveva attirato l’attenzione dei media mondiali anche a causa della gran quantità di notizie false che hanno fatto da contorno alla campagna elettorale, molte delle quali erano incentrate sulla falsa accusa di broglio elettorale riguardante gli elettori di colore, i quali normalmente votano per i democratici negli USA.
Altre fake news, invece, riguardavano alcune donne che avevano accusato Moore di molestie e aggressioni quando era un procuratore di contea negli anni ’70 e ’80; fatto che ovviamente il diretto interessato ha negato.
Non è la prima volta che la Macedonia si trova sotto la luce dei riflettori a cause di fake news diffuse sui social media: nel 2016, infatti, la città di Veles era diventata famosa per lucrose iniziative online di alcuni suoi giovani abitanti, i quali hanno utilizzato le elezioni presidenziali americane per guadagnare denaro promuovendo notizie false o fuorvianti a sostegno di Donald Trump.