Un gravissimo incidente si è verificato all’alba di questa mattina a Kumanova, Macedonia, nel quartiere chiamato “Lagje e Trimave”.
Dalle 5 di questa mattina, forze imponente composta sia dalla polizia sia dall’esercito macedono, hanno seminato il panico tra gli abitanti e ingaggiato un conflitto a fuoco. Da fonti ancora confuse, si sa che hanno ucciso una bambina albanese di 8 anni, suo padre ed altri tre anziani albanesi. Non contenti, la polizia e l’esercito macedone ha eseguiti arresti di massa per tutta la mattinata.
Secondo “Al Jazeera Balkans”, il nome di uno degli albanese uccisi sarebbe Fadil Fejzullahi. Di una seconda vittima, invece, si conoscono solo le iniziali: P.
P.
Solo alle 14.25, ben nove ore dopo l’inizio del terrore, il Ministro degli Interni macedone ha rilasciato un comunicato stampa. Nello stesso si legge che l’azione è iniziata per eliminare un non meglio precisato gruppo terroristico che sarebbe entrato a Kumanova alcuni giorni prima.
Il Ministro degli Esteri albanese ha rilasciato un comunicato stampa condannando l’atto di violenza e chiedendo la distensione della situazione. Belgrado, da parte sua, ha risposto aumentando le forze armate nel confine con la Macedonia.
E mentre il quadro si chiarisce, non mancano i primi sospetti. Da notare come questa azione, che appare se non esagerata quanto meno sproporzionata, distoglie l’attenzione dallo scandalo che ha travolto il premier Nicola Gruevski . A seguito di intercettazioni pubblicate dall’opposizione, è emerso che Gruevski si è arrivato per coprire la morte di un giovane macedone, Martin Neskovski, deceduto a seguito di violenza brutale da parte della polizia.
Il Governo macedone, del resto, non è nuovo a simili scenari. Dieci anni fa, quando Ministro degli Interni era Ljube Boškoski, la polizia macedone uccise nove migranti palestinesi qualificato come terroristi con un preciso piano per attaccare l’ambasciata degli USA a Shkup.
Alcuni anni dopo, tuttavia, le indagini permisero di scoprire che si trattava di emigranti economici fucilati in maniera arbitraria da parte della polizia macedone. Non diverso, inoltre, appare anche il massacro di Ljuboten, svolto il 12 agosto 2001 quando, durante un’operazione di polizia furono uccisi sette albanesi, altri centinaia vennero feriti o picchiati.