Il primo ministro uscente del Kosovo, Ramush Haradinaj, ha annunciato di aver deciso di chiedere il rinvio al prossimo anno delle votazioni per l’adesione del Kosovo nella polizia internazionale Interpol.
Il Kosovo aveva pianificato di chiedere l’adesione nell’organizzazione durante i lavori dell’Assemblea Generale dell’Interpol che da ieri si sta tenendo a Santiago del Cile. Il Kosovo aveva presentato domanda di ammissione a gennaio di quest’anno, la quale era stata accettata dal comitato esecutivo dell’Interpol.
In un breve comunicato dell’ufficio del premier uscente Haradinaj si afferma:
“Considerando le circostanze createsi, in base alle sue competenze da primo ministro in carica e alla raccomandazione del ministero per gli affari esteri, oggi ha chiesto il rinvio al prossimo anno della votazione riguardante il Kosovo per l’adesione all’INTERPOL.” – afferma il comunicato.
Funzionari di Belgrado hanno etichettato il gesto come una vittoria diplomatica della Serbia sul Kosovo; quest’ultimo, lo scorso novembre, non era arrivato ad assicurarsi i voti sufficienti all’adesione nell’Interpol in quella descritta come una vittoria dai funzionari serbi che da tempo ormai si erano opposti all’adesione del Kosovo.
Alcuni giorni dopo quella votazione, il Kosovo ha imposto dazi doganali del 100% sulle importazioni serbe nel paese. Situazione che è successivamente degenerata negli ultimi mesi prima con gli scontri tra polizia kosovara e cittadini serbi della zona nord del Kosovo provocati dal raid ordinato dalla procura kosovara e finalizzato al contrasto della criminalità organizzata (tra cui anche agenti di polizia e doganieri), e poi con le dichiarazioni del primo ministro serbo, Ana Brnabić, che a fine maggio aveva definito i kosovari come “la peggior tipologia di populisti, persone che provengono letteralmente dal bosco”.
La posizione della Serbia
La Serbia, che non riconosce l’indipendenza di Pristina, sostiene che la sua ammissione all’Interpol sarebbe una grave violazione del diritto internazionale e dello statuto dell’organizzazione, in base al quale solo Paesi membri dell’Onu o che hanno lo status di osservatori alle Nazioni Unite possono entrare a far parte dell’Interpol.
Belgrado negli ultimi mesi ha condotto un’intensa campagna diplomatica volta a convincere il maggior numero possibile di Paesi a votare contro la richiesta di Prishtina di aderire all’organizzazione mondiale di polizia. E oggi il ministro degli esteri Dacic aveva dichiarato che Prishtina non aveva alcuna possibilità di essere ammessa all’Interpol.