Kosova e Serbia hanno raggiunto un accordo oggi che può aiutare Belgrado ad ottenere lo status del candidato all’Unione Europea e rafforzare i rapporti commerciali tra Prishtina e l’UE. Ma l’ opposizione kosovara e deputati di diversi parti politichehanno gridato allo scandalo e al tradimento.Dalla nota ufficiale dell’ Unione Europea traspare la soddisfazione per l’ accordo raggiunto. Questo documento siglato oggi a Bruxelles, permetterà al Kosovo “di firmare nuovi accordi e partecipare alle riunioni regionali per suo conto”, mentre sino ad ora a farlo era l’UNMIK. Prishtina sarà rappresentata dal nome “Kosovo”, e non “Repubblica di Kosova”. Il nome sarà accompagnato da un asterisco (footnote) in cui si farà riferimento “alla risoluzione 1244 del Consiglio di sicurezza dell’Onu e il parere della Corte internazionale di giustizia sulla dichiarazione d’indipendenza di Kosova”. L’ opposizione kosovara grida allo scandalo e al tradimento del sangue versato dai martiri della guerra della liberazione, mentre il governo imbarazzato cerca di sedare le anime e di tranquillizare l’ opinone pubblica kosovare e albanese. La negoziatrice kosovara, Edita Tahiri minimizza l’accordo battezzato come “fusnota” dai media albanesi, dichiarando che l’ accordo avrà comunque una breve scadenza. Non è chiaro se si riferisce tra le righe alle elezioni serbe e alla neccessitàdi sostenere indirettamente il presidente Tadic e i moderati, all’ interno della politica serba. Chiara è invece la difficoltà a farla passare come una vittoria della diplomazia kosovara agli occhi della scettica opposizione, soprattutto a quelli dell’ agguerrito PartiaVetvendosje (Partito per l’ Autodeterminazione). Proprio quest’ ultimo, guidato dal carismatico Albin Kurti, ha annunciato che scenderà in piazza a Prishtina, il prossimo Lunedi per protestare contro l’ accordo di oggi.In un comunicato, Kurti scrive che l’ accordo non ha considerato e non ha menzionato in nessuna riga l’ Indipendenza proclamatadiventando cosi “inaccettabile per le istituzioni del paese e per il popolo del Kosovo“.
Intanto in aiuto del premier kosovaro, e in difesa dell’ accordo si sono dichiarati la presidente del Kosovo, Jahjaga, e vari diplomatici occidentali a Prishtina. Da Tirana, arriva anche il sostegno del premier albanese Sali Berisha. Quest’ ultimo ha detto in una dichiarazione per i giornalisti che di fatto l’ accordo ha imposto alla Serbia di riconoscere il Kosovo. Sulla stessa linea anche il lider dell’ opposizione, il socialista Edi Rama.
Bisogna comunque vedere concretamente cosa significa mettere in atto quanto deciso. Si trattatra altro di “un protocollo tecnico” sull’attuazione dell’accordo raggiunto il 2 dicembre scorso sulla gestione integrata dei confini. Si tratta di un’intesa “operativa” che consentirà di avviare i lavori su questioni pratiche come il bilancio e la localizzazione delle installazioni.
Il negoziato sul Kosovo è stato anche una delle principali condizioni imposte dall’ UE alla Serbia di Boris Tadic e adesso pareche non ci siano più ostacoli sulla possibile concessione dello status di candidato alla Ue da parte del Consiglio Europeo (si riunisce a marzo 2012). L’ andamento del negoziato è stato l’ argomento principale del colloquio telefonico di ieri, tra il presidente serbo e Catherine Ashton, responsabile della politica estera e sicurezza dell’Unione europea. L’accordo di Prishtina a partecipare alle riunioni regionali per suo conto è accompagnata da numerose reazioni dell’opposizione, che lo vede come un compromesso a scapito della statualità del Kosovo. Mentre il governo del Kosovo e diplomatici occidentali hanno affermato che questo accordo è stata la migliore soluzione a dare equa rappresentazione al Kosovo e l’accelerazione verso l’UE.