Questa mattina le forze speciali della polizia del Kosovo (ROSA) si sono ritirati dal confine di Bërnjak e Jarinjë. Sono stati sostituiti dalle forze del ordine composte da cittadini serbi e albanesi, mentre si sta lavorando per ristabilire il lavoro in questi due punti, sempre con l’ausilio di doganieri serbi e albanesi.
Oggetto della discordia è una legge commerciale approvata dal parlamento albanese. In pratica ai kosovari è precluso la possibilità di importare merce in Serbia. Dal 2008 la dogana blocca ogni merce che proviene dalla Repubblica del Kosovo, in quanto non riconosce lo Stato kosovaro. Dopo che è saltato il raggiungimento di un accordo con la Serbia sul libero mercato durante i negoziati di Bruxelles, in conformità alla regola della reciprocità lo Stato kosovaro aveva promulgato la scorsa settimana un ordinanza che vietava alla merce serba di entrare in Kosovo.
Ordinanza applicata in tutto il territorio nazionale, tranne che per i punti di Bërnjak e Jarinjë. Infatti lo stato kosovaro aveva perso il possesso di questi due punti, detenuti dai serbi che si erano rifiutati di applicare l’ordinanza. Appoggiati dal governo di Belgrado, che aveva considerato la norma ” “un gesto inaccettabile e ostile”, oltre che “immorale, assurdo e contrario ai principi” dell’Unione europea”, Unione della quale ne il Kosovo ne la Serbia fanno parte.Da cui il conflitto di ieri iniziato quando la ROSA è entrato a Mitrovica per prendere il controllo del confine. Le forze speciali sono stata messo sotto l’attacco di civili serbi. Quattro poliziotti sono stati feriti, uno dei quali è morto questa notte. Al momento non ci sono comunicazioni ufficiali, ma sembra che Enver Zymberi, 32 anni, sia morto per lo sparo di un cecchino serbo. Poi i negoziati nella notte hanno permesso di raggiungere l’accordo di questa mattina.
Ma la situazione è tutt’altro che calma o conclusa.