Domenica 23 gennaio si è rivotato anche a Mitrovica. Secondo i risultati preliminari, il PDK di Thaçi si conferma come primo partito. Se tutto va spedito, dalla metà di febbraio si dovrebbe costituire anche il nuovo governo.
Ci siamo quasi. Con la ripetizione del voto nel Comune di Mitrovica domenica 23 gennaio, si conclude anche il processo elettorale del 12 dicembre scorso in Kosovo. Oramai il Partito Democratico di Hashim Thaçi ha la strada spianata. Secondo i risultati preliminari complessivi comunicati ieri dalla Commissione Elettorale Centrale (CECK), si conferma come primo partito con il 32,40% dei voti. Lo seguono la Lega Democratica di Isa Mustafa con il 24,67%, il Movimento Vetëvendosje di Albin Kurti con il 12,55%, l’Alleanza per il Futuro di Ramush Haradinaj con il 11,09% e la Coalizione del Kosovo Nuovo guidata da Behgjet Pacolli con il 7,22% dei voti. Tutto sommato, il Partito di Thaçi ha perso solo un punto rispetto ai risultati prima delle rivotazioni del 9 e 23 gennaio.
Invece le elezioni di domenica a Mitrovica sono stati caratterizzati da una bassa affluenza alle urne dovuto anche al boicotto da parte della comunità serba. Hanno votato il 26,8% degli elettori. È sempre il PDK a fare il pieno di voti con il 47,7%. Il LDK ha preso il 22,3%, il Movimento VetëVendosje 11,5%, l’AAK il 6,3% e l’AKR il 6%. Meno denuncie su irregolarità e brogli rispetto alle due votazioni precedenti da parte dei partiti politici. L’unico a rapportarle è il Movimento Vetëvendosje. Si tratta principalmente di voti multipli e di famiglia in alcuni seggi, e condizionamento alle preferenze di voto da parte dei militanti degli altri partiti. Inoltre, il VV ha denunciato anche la tv di Mitrovica di aver rotto il silenzio elettorale trasmettendo dalla mattina discorsi e attività pubbliche di Hashim Thaçi. Ma ieri ha ritirato il ricorso perché la tv avrebbe licenziato il tecnico che le aveva trasmesso di sua iniziativa. Una decisione presa per evitare multe salate alla tv di Mitrovica già in una situazione economica difficile.
Anche la coalizione delle ong kosovare “Demokracia në Veprim” ha reso noto le sue osservazioni sul processo elettorale a Mitrovica. 444 casi di voto familiare, 6 di voto doppio, e 38 casi in cui l’elettore è stato accompagnato da un’altra persona. Invece il Collegio Elettorale per i ricorsi fa sapere che sono stati presentati 11 ricorsi, 6 da parte della Rete BIRN e 5 da parte del Movimento Vetëvendosje. Come previsto dalla legge elettorale, il Collegio deliberà sui ricorsi entro 72 ore, ma è molto probabile che non vengano accolti come è successo per quelli presentati dopo il rivoto del 9 gennaio.
La Presidente della CECK, Valdete Daka, ha comunicato che i risultati finali saranno pubblicati dopo il conteggio dei voti degli elettori residenti all’estero e di quelli che non figuravano nel Registro. Adesso bisogna aspettare il giudizio complessivo degli osservatori locali e internazionali su queste elezioni segnate soprattutto il 12 dicembre scorso da brogli e irregolarità gravi che hanno obbligato la CECK di riconteggiare il 40% delle schede elettorali e ripetere le elezioni il 9 gennaio in 5 comuni e il 23 in quello di Mitrovica. Bisogna vedere anche quale sarà la posizione della Lega Democratica che ha più volte richiesto nuove elezioni. Il 20 dicembre scorso, interpellato dalla redazione albanese di Radio Free Europe, uno dei dirigenti del LDK, Kujtim Shala ha rinnovato la proposta di una coalizione di governo allargata a tutti per approvare alcune riforme, modificare la legge elettorale e andare di nuovo al voto il prossimo autunno. Una proposta fondata proprio sul fatto che per il LDK le elezioni del 12 dicembre scorso sono state manipolate.
Intanto, si parla delle eventuali coalizione governative. Ad esclusione del Movimento VetëVendosje che non vuole coalizzarsi con il PDK, gli altri 3 partiti albanesi che hanno superato la soglia di sbarramento avanzano le loro condizioni al Partito di Thaçi. Tuttavia, una coalizione con il LDK secondo le condizioni poste da quest’ultima sarebbe improbabile. Ieri si è espresso anche Hashim Thaçi. La sua sarà una coalizione di governo allargata a tutte le etnie ma non a tutti i partiti.