Oggi l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite prenderà in esame la proposta di risoluzione depositata dalla Serbia sullo status del Kosovo a fine luglio. Da giorni Bruxelles preme su Belgrado e ieri la Serbia ha accettato di modificare il testo della risoluzione, presentandone uno concordata con i 27 paesi dell’UE.
La Serbia avrebbe inviato ieri sera all’ONU, il testo modificato della proposta di risoluzione presentata a fine luglio sullo status del Kosovo, dopo il parere consultivo della Corte Internazionale dell’Aja che ritiene legittima la dichiarazione d’indipendenza kosovara. Lo hanno reso noto le edizioni online dei quotidiani kosovaro Koha e serbo Blic.
Il nuovo testo prende atto del parere dell’Aja e della disponibilità dell’UE a facilitare il dialogo tra le parti disputanti, considerato importante per la pace, la sicurezza e la stabilità della regione balcanica. La modifica è arrivata dopo la pressione continua di Bruxelles su Belgrado. Nei giorni scorsi, William Hague, Segretario degli Esteri britannico, ha ammonito il Presidente della Serbia, Boris Tadic, di ritirare la risoluzione, altrimenti avrebbe messo in discussione l’integrazione del suo paese all’UE. Accettando, il Regno unito diventerebbe nel futuro il sostenitore maggiore di Belgrado nell’UE. Lo stesso messaggio era arrivato alle istituzioni serbe dal Ministro degli Esteri tedesco, Guido Westerwelle. Ieri è toccato a Catherine Ashton, Alto Rappresentante dell’UE per gli Affari esteri che ha ricevuto il Presidente Tadic a Bruxelles per trovare un accordo, raggiunto nei supplementari e secondo il quotidiano serbo Blic, l’UE avrebbe offerto alla Serbia di negoziare sullo status speciale da concedere al Nord e alle enclave nel sud del Kosovo.
La proposta di risoluzione di luglio, nel considerare l’indipendenza del Kosovo una secessione unilaterale inaccettabile per la soluzione delle dispute territoriali, richiamava al dialogo tra le parti e inseriva nell’agenda provvisorio della 66esima sessione annuale dell’Assemblea Generale dell’ONU, cioè a settembre del 2011, le azioni da intraprendere per lo status del Kosovo dopo il parere dell’Aja. In verità, ciò che poteva sembrare guadagnare altro tempo, nelle considerazioni definiva la secessione inaccettabile. È su questo punto che ha lavorato l’UE e che nel nuovo testo è stato rimosso.
L’attivismo albanese e kosovaro
Dal canto loro, le diplomazie albanese e kosovara si sono attivate per portare avanti il riconoscimento internazionale del Kosovo e ottenere consensi contro la risoluzione di luglio della Serbia in sede ONU. Settimana scorsa, il Ministro degli Esteri albanese, Ilir Meta, in un tour a sostegno del Kosovo in America Centrale, era a Honduras, quando il suo omologo honduregno ha chiamato quello kosovaro Hyseni per comunicargli che il suo paese ha riconosciuto l’ex provincia serba. Invece, il Presidente del Kosovo, Fatmir Sejdini e il Ministro degli Esteri, Skënder Hyseni, sono arrivati a New York alcuni giorni fa per incontrare i rappresentanti dei paesi che ancora non hanno riconosciuto il Kosovo e convincerli di votare contro la risoluzione serba. Attivo su questo fronte anche Bexhet Pacolli, il miliardario kosovaro di cittadinanza svizzera, ora a capo di una forza politica in Kosovo, che ha organizzato cene con i rappresentanti di alcuni paesi arabi e caraibici. Martedì scorso, il primo ministro kosovaro Hashim Thaci, in visita ufficiale a Katar, dopo aver ottenuto il riconoscimento da questo paese, ha dichiarato che molto presto lo faranno anche Kuwait e Oman. Le reazioni
In un comunicato stampa diffusa ieri in serata, l’Alto Rappresentante Catherine Ashton ha accolto calorosamente la dichiarazione del Presidente Tadiç sui prossimi passi in sede ONU. Ashton ha ricordato che la nuova proposta di risoluzione è sostenuta dalla Serbia e i 27 membri dell’UE ed è risultato degli impegni comuni sul futuro europeo di Belgrado. “Dopo il voto dell’Assemblea Generale dell’ONU, importante è che il dialogo tra Serbia e il Kosovo può iniziare”, conclude l’Alto Rappresentante.
Le istituzioni serbe ribadiscono che nel testo modificato non viene riconosciuta l’indipendenza kosovara. Tadiç ha dichiarato che il testo è un compromesso che punta al dialogo, risultante dal lavoro di molti paesi, alcuni dei quali non hanno riconosciuto il Kosovo. Inoltre, in un comunicato stampa, il governo di Belgrado ha voluto precisare che il testo è conforme alle decisioni del Parlamento serbo del 26 luglio scorso che hanno dato via libera alla prima proposta di risoluzione.
Non si è fatta attendere la reazione del Kosovo. Definendo la risoluzione di luglio una causa persa in partenza, il Primo Ministro kosovaro Thaçi ha avvertito che nel caso in cui la Serbia potrebbe ripresentarla, coordinerà le azioni da intraprendere con la comunità internazionale che sostiene il Kosovo. Tecnicamente, con la presentazione del nuovo testo, non ci dovrebbero essere emendamenti. A quel punto, con la risoluzione approvata dall’ONU, l’UE farà da negoziatore nel difficile dialogo tra i due paesi europei.