Le ambizioni europee di Albania e Macedonia del Nord sono state frenate dal consiglio dei ministri dell’UE lo scorso ottobre, quando alcuni stati membri – in particolare la Francia – hanno posto il veto sull’avvio dei negoziati di adesione con i due paesi dei Balcani.
La proposta della Macedonia del Nord
Proprio sulla questione dei negoziati è arrivata una proposta da parte del ministro degli esteri della Macedonia del Nord, Nikola Dimitrov: una valutazione meritocratica e, se necessaria, la separazione dei negoziati dei due paesi affinché Albania e Macedonia del Nord vengano giudicate singolarmente e non come un blocco unico.
“I successi di un paese sono una buona notizia per tutta la regione. Noi crediamo che Tirana sarà pronta ad intraprendere il percorso europeo, l’apertura dei negoziati con entrambi i paesi sarebbe la soluzione migliore. Ma se questo non sarà possibile, è meglio aprire le porte dell’Europa a uno o all’altro paese, rispetto che a nessuno dei due.” – ha recentemente dichiarato in un’intervista Dimitrov secondo i media albanesi.
Anche il ministro degli esteri olandese, Stef Blok, si è espresso sulla stessa linea dichiarando che “i due paesi possono essere valutati separatamente in base ai meriti”. Tuttavia, ad oggi nell’UE non si è ancora discusso di questa possibilità.
Anzi, a margine del vertice della NATO svoltosi a Londra la scorsa settimana, il presidente francese Emmanuel Macron ha ribadito di essere contrario alla separazione dei negoziati dei due paesi e che, pur riconoscendo gli sforzi effettuati da Macedonia del Nord e Albania, alla base vi sia la necessità di una riforma delle procedure riguardanti i negoziati UE.
Le richieste di Parigi
La segretaria di stato per gli affari esteri della Francia, Amélie de Montchalin, ha parlato di un processo d’allargamento più efficace, concreto e credibile.
“Stiamo vedendo ora che il processo non funziona per una serie di motivi: sta impiegando troppo tempo, è deludente, si sviluppa secondo automatismi prestabiliti e non attira l’interesse dei cittadini.” – ha affermato la segretaria francese per gli affari esteri.
De Montchalin, inoltre, ha specificato che la nuova metodologia prevede condizioni rigide, sostegni finanziari e la possibilità per l’UE di fare marcia indietro nel processo di adesione dei paesi candidati.
“E’ tempo di abbandonare le grandi storie e di attuare i cambiamenti essenziali. I cittadini dei Balcani occidentali si aspettano molto dall’UE.” – ha proseguito de Montchalin.