I principali leader delle istituzioni dell’Unione Europea stanno esercitando pressioni sui paesi membri affinché diano il via libera per l’apertura dei negoziati di adesione con Albania e Macedonia del Nord “entro e non oltre” questo mese.
L’attuale e il futuro presidente della Commissione Europea, rispettivamente Jean-Claude Juncker e Ursula von der Leyen, assieme al presidente del consiglio europeo, Donald Tusk, e al presidente del parlamento europeo, David Sassoli, hanno dichiarato – in una lettera – che i due paesi dei Balcani hanno fatto “quello che abbiamo chiesto loro di fare“.
La lettera
I leader hanno anche aggiunto che l’UE deve affrontare una scelta strategica:
“Se l’UE decide ora di avviare i negoziati di adesione, sarà la prova della capacità dell’Unione di mantenere le sue promesse e guardare la futuro.
La Macedonia del Nord e l’Albania hanno fatto ciò che abbiamo chiesto loro di fare. Questo raggiungimento ha richiesto uno sforzo significativo da parte dei loro cittadini, per i quali la prospettiva europea è stata fonte di grande motivazione e determinazione.
[…] Riteniamo che sia giunto il momento di aprire i colloqui di adesione con entrambi i paesi.” – si legge nella lettera
I negoziati con Albania e Macedonia del Nord
La questione se aprire i colloqui con la Macedonia del Nord e l’Albania dovrebbe essere all’ordine del giorno del Consiglio degli Affari Generali dell’UE del 15 ottobre. Sia lo scorso anno che a giugno di quest’anno, il consiglio ha rinviato la decisione soprattutto per l’opposizione di Francia e Paesi Bassi all’apertura dei negoziati.
La questione, poi, dovrebbe finire al consiglio europeo dei leader UE del 17-18 ottobre. Tuttavia, l’allargamento non è menzionato nell’agenda ufficiale salvo una riga in cui si dice “a seconda degli eventi, i leader dell’UE potrebbero anche discutere di politica estera“.
Mercoledì, durante una riunione degli ambasciatori dell’UE, le linee di pensiero sono rimaste invariate con la maggioranza dei paesi membri favorevole all’apertura dei negoziati e con gli altri, guidati dalla Francia, non ancora convinti. Una piccola parte, inoltre, si aspetta che alla fine soltanto la Macedonia del Nord ottenga il via libera.
Lo scorso maggio, alla vigilia del consiglio dei ministri UE di giugno, la Commissione Europea aveva dichiarato che entrambi i paesi avevano compiuto i progressi necessari in materia di standard democratici e stato di diritto.
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