Sembra che il destino dei negoziati di adesione per l’Albania e la Macedonia del Nord sia stato deciso e che il verdetto sia negativo.
Questo è quanto affermato dal commissario europeo per l’Allargamento e le politiche di vicinato, Johannes Hahn, in un messaggio su Twitter, dal quale si deduce che i leader dell’UE non sono riusciti a trovare un accordo sull’apertura dei negoziati con Albania e Macedonia del Nord.
Hahn, inoltre, afferma che la decisione dell’UE di non aprire i negoziati con i due paesi potrebbe portare a gravi conseguenze, fino alla destabilizzazione dei Balcani occidentali
#EU leaders failed to live up to their commitment to open #accession negotiations with #NorthMacedonia and #Albania at #EUCO. This is a matter of extreme disappointment. #EU #MS now need to clarify how serious their commitment is to the #WesternBalkans’ #EU integration. 1/4
— Johannes Hahn (@JHahnEU) October 18, 2019
“I leader europei non sono stati all’altezza del loro impegno ad aprire i negoziati con Macedonia del Nord e Albania al Consiglio europeo. Questa è una questione estremamente deludente. E’ necessario chiarire ora quanto sia serio il loro impegno nei confronti dell’integrazione dei Balcani occidentali nell’Ue.
Ringrazio tutti coloro che ieri sera hanno messo tutto il loro impegno nel prendere una decisione eccezionale di importanza strategica per l’Ue e si sono battuti per l’invio di un segnale di speranza ai cittadini dei Balcani occidentali.
Come già detto in Lussemburgo, questo non è un momento di gloria per l’Ue. Rifiutare il riconoscimento di progressi comprovati avrà conseguenze negative, compreso il rischio di destabilizzazione dei Balcani occidentali, con un impatto pieno sull’Ue”.
È nostra responsabilità ora stare con i paesi di cui i cittadini sono giustamente delusi fino al midollo e continuare a fare tutto il possibile per sostenerli. L’integrazione dei Balcani occidentali è e rimane un’importante politica strategica, nel nostro comune interesse”, ha concluso.
Ansa, si dimette il premier macedone
A seguito della decisione del consiglio europeo, come riporta Ansa, il primo ministro della Macedonia del Nord, Zoran Zaev, si è dimesso. E’ quanto si apprende da fonti diplomatiche europee a margine del vertice Ue dove gli Stati membri non hanno raggiunto un accordo per avviare i negoziati di adesione con la Macedonia del Nord e l’Albania.
Rama: comunque vada con i negoziati non ci saranno elezioni anticipate
Il Primo Ministro Rama, invece, dopo il ritorno da Bruxelles, è intervenuto ieri sera durante il programma televisivo politico/sociale “Open” su Top channel, per rispondere alle domande degli analisti presenti, sulle conseguenze che avrà la decisione della Comunità Europea sull’apertura o meno dei negoziati con l’Albania.
Alla domanda se l’Albania andrà verso elezioni anticipate, in caso di una risposta negativa dell’UE, Rama lo ha negato categoricamente. Tuttavia, il Primo Ministro Rama ha affermato che l’ultima parola non è stata ancora pronunciata e che la decisione sarà presa oggi, nonostante le poche possibilità di ottenere una risposta positiva.
Conte, mancato avvio negoziati per Albania e Macedonia del Nord, “errore storico”
“È andata male. Ho detto ai miei colleghi che questo è un appuntamento con la storia. Nel 1400 quei territori e quelle comunità cadono sotto l’impero Ottomano. All’indomani della Seconda guerra mondiale cadono sotto il regime comunista. È da una vita che vogliono entrare in Europa la loro aspirazione è entrare in Europa. Quello di ieri sarà ricordato per un errore storico e questo mi dispiace molto” – ha detto Conte.
“Ho cercato di convincere tutti (in merito a) questa aspirazione, tra l’altro di comunità per la maggior parte musulmane, che hanno quindi una formazione culturale europea, è una grande forza questa. Dovevamo assolutamente aprire. Non si trattava di decidere se farle aderire o meno, ma di avviare il negoziato per l’adesione. Sono molto dispiaciuto e sono molto vicino alla comunità albanese e della Macedonia del Nord. Hanno fatto moltissimi sforzi” – ha aggiunto.
“L’Europa, la Commissione, tutti noi siamo stati fino a qui promotori di un progetto riformatore. Spero che questa delusione, questa angoscia non li precipiti nel più grosso sconforto e continuino. L’Italia ci sarà sempre vicino a loro, li difenderà sempre, continuerà a stargli vicino” – ha concluso il premier.
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