La Francia non è pronta all’apertura dei negoziati ufficiali d’adesione con Albania e Macedonia del Nord.
Da Parigi fanno sapere che l’Unione Europea sta affrontando molte sfide ora e che prima dovrebbe riformarsi da sola per poi pensare alla politica di allargamento.
“Non sono ancora pronti. Chiediamo loro di compiere ulteriori sforzi. I colloqui di adesione non possono iniziare ad ottobre 2019, servirà rivalutare la situazione nel 2020.” – ha dichiarato per l’agenzia di stampa Reuters un funzionario francese.
Alla vigilia del summit di Lussemburgo
Più della metà dei 28 paesi membri dell’UE, così come i più alti funzionari di quest’ultima, stanno spingendo per l’avvio dei negoziati di adesione con i due paesi dei Balcani, temendo che paesi come Russia, Cina e Turchia possano approfittarsene qualora l’UE non riuscisse a mantenere prospettive europee concrete in questi paesi.
“Questo è molto deludente per la maggior parte dei paesi membri. E’ in gioco la nostra credibilità. La Macedonia del Nord e l’Albania hanno fatto molto.
Sì, resta ancora molto da fare, ma l’apertura dei colloqui di adesione è solo il primo passo, il processo richiederà anni e tutti i criteri dovranno essere soddisfatti prima di poter aderire.”- ha affermato un diplomatico di un paese UE favorevole all’avvio dei negoziati.
La scorsa settimana anche i principali leader delle istituzioni dell’Unione Europea – attraverso una lettera – avevano esortato i paesi membri a dare l’ok per Albania e Macedonia del Nord.
L’attuale e il futuro presidente della Commissione Europea, rispettivamente Jean-Claude Juncker e Ursula von der Leyen, assieme al presidente del consiglio europeo, Donald Tusk, e al presidente del parlamento europeo, David Sassoli, avevano dichiarato che i due paesi dei Balcani hanno fatto “quello che abbiamo chiesto loro di fare“.
Tuttavia, sempre secondo Reuters, anche i Paesi Bassi e la Danimarca avrebbero espresso di essere contrari all’apertura dei negoziati ufficiali con l’Albania. Discorso diverso, invece, per la Macedonia del Nord su cui i due paesi sarebbero molto più flessibili.
In ogni caso, non vi è ancora una decisione finale. I ministri dell’Unione Europea discuteranno martedì e mercoledì nel summit di Lussemburgo la questione.