Il 12 ottobre è stato pubblicato il rapporto della Commissione Europea inerente sui progressi dei paesi dei Balcani occidentali verso l’integrazione europea. Come l’anno scorso, l’Albania si è vista rifiutare lo status del paese candidato. Tra le motivazioni del rifiuto, riportate sul nuovo rapporto ritroviamo, come l’anno scorso, la crisi politica interna dopo le elezioni del 2009.
Vanno ad aggiungersi i fatti accaduti nel 2011, in particolare quelli del 21 gennaio e le elezioni dell’otto maggio. L’opinione parte dai due criteri base posti nel vertice di Copenhaghen, quello politico ed economico.
La Commissione aveva invitato l’Albania a soddisfare questi criteri, espressi in 12 punti, necessari per assicurarsi lo status del paese candidato all’Ue, per il quale ha fatto domanda nell’aprile 2009.
I 12 punti raccomandati dalla Commissione europea nel 2010 in sostanza erano e rimangono gli stessi: il buon funzionamento del Parlamento, la riforma elettorale, la buona conduzione delle elezioni, la riforma della pubblica amministrazione, la riforma del sistema giudiziario (es. il Tribunale Amministrativo), il rafforzamento delle politiche anti – discriminatorie e sui diritti umani ecc.
Tutti questi rientrano nel criterio politico, il quale non è stato soddisfatto (e la responsabilità di conseguenza è politica).
Insufficienza per il funzionamento del Parlamento, per la mancanza delle riforme nella pubblica amministrazione che richiedono una maggioranza dei 3/5 dei voti, insufficienti risorse per il sistema giudiziario.
La mancanza di una Tribunale Amministrativo, rimane un grande problema che incide sulla questione del diritto della proprietà privata.
Piccoli progressi per quanto riguarda lo sforzo del Ministero e della Commissione parlamentare per l’integrazione europea, sul quadro legislativo dei diritti umani e la protezione delle minoranze dove l’Ue chiede un rafforzamento di tale quadro.
Problematiche anche per quanto riguarda la libertà dei media, dove pesa la forte dipendenza editoriale dal mondo politico.
Nota positiva per quanto riguarda le relazioni con i vicini nella regione, dove all’Albania viene riconosciuto il ruolo attivo, con diverse iniziative di cooperazioni e politiche del buon vicinato.
Per quanto riguarda al criterio economico, l’Albania viene valutata positivamente per i suoi ritmi di crescita stimati sul 3.8%, per la riduzione del deficit fiscale e la tenuta sotto controllo dell’inflazione. Ma manca ancora la capacità della competizione sul mercato dell’Unione.
L’Unione europea suggerisce una forte collaborazione tra i partiti politici albanesi per poter superare lo stallo in cui si trovano, al fine di soddisfare il criterio politico. Sul campo economico invece, invita a concentrarsi sull’acquis comunitario, il quale è il terzo criterio di Copenhaghen. L’ascuis comunitario consiste nell’insieme dei diritti ed obblighi politici e giuridici posti dall’Unione europea per i paesi che ne vogliono far parte.